Sanità abruzzese al collasso, il Pd all'attacco


L'intervento di Massimo Cialente


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
11/10/2019 alle ore 17:10



Lunedì 14 ottobre, alle ore 17.30, presso la sala Corradino D’Ascanio, nella sede della Regione Abruzzo a Pescara, si terrà la riunione del coordinamento regionale sanità Abruzzo, alla presenza del Segretario Regionale Michele Fina e del capogruppo PD Silvio Paolucci.

“La riunione cade in un momento particolarmente difficile per la sanità regionale, per la totale paralisi che manifesta la Giunta regionale da ormai otto mesi – osserva l'ex sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente - paralisi perentoriamente e pesantemente condannata dalla relazione del tavolo tecnico riunito , presso il ministero della Sanità, il 30 luglio. Più che paralisi è una marcia indietro rispetto a quanto in cinque anni la precedente giunta, ed in particolare l’Assessore Paolucci, erano riusciti a fare: con l’uscita dal commissariamento, diveniva possibile avviare una nuova programmazione, una politica di investimenti nel capitale umano ed edilizio, ragionare su come portare la salute realmente al servizio dei bisogni dei cittadini, soprattutto i malati cronici ed anziani”.

E aggiunge: “Per la prima volta, dopo anni, non abbiamo presentato un piano sanitario. Si è fermata la riorganizzazione della rete ospedaliera, pesantemente bocciata a Roma. Questo vuol dire il blocco delle assunzioni, per le quali erano state trovate le risorse, con disagi terribili per un personale ormai esausto, che aggrava la vergogna delle liste d’attesa. Si è completamente fermata la riorganizzazione della medicina territoriale, che accentua i problemi degli ospedali, dei Pronto Soccorso, strapieni di ricoveri incongrui. Abbiamo assistito alla bocciatura della delibera sulla medicina privata, completamente sbagliata, sia politicamente che dal punto di vista giuridico.

La sanità privata abruzzese, che soffre un pesante handicap rispetto alla concorrenza vicina di altre regioni, ha bisogno di essere oggetto di un intervento di programmazione che ne esalti il ruolo di complementarietà, e la liberi da un’impostazione programmatica ormai superata, vecchia di oltre venti anni. Abbiamo bisogno quindi di andare ad un salto culturale, capace di avviare la programmazione di una sanità moderna, capace di stare al passo con le profonde modifiche che la medicina moderna offre oggi in termini diagnostici, terapeutici, farmacologici.

E’ un percorso lungo, ma obbligato. Riteniamo che nessuno sia depositario della verità”.

 

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