Regione Abruzzo, tutti i mal di pancia (leghisti) nella maggioranza


Fdi, Lega e FI rischiano di impantanarsi agli occhi degli elettori sulle poltrone, mentre al territorio urgono risposte


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
03/09/2019 alle ore 08:22



Il secondo tempo della partita iniziata lo scorso 12 agosto (con la prima rivendicazione ufficiale della Lega agli alleati di governo) si sta giocando in queste ore. In Regione Abruzzo è partita ufficialmente la corsa alle influenze, con i tentativi di modificare gli assetti (di potere e di caselle) a sette mesi dalle elezioni. 

I salviniani chiedono più spazio di manovra facendo ovviamente pesare non solo la golden share sull'esecutivo Marsilio, ma soprattutto sull'intera operazione elettorale fatta provincia dopo provincia e voto dopo voto. Di contro in Fdi sta iniziando a prendere corpo un certo fastidio per le continue rivendicazioni, senza contare che a livello nazionale il partito erede di Alleanza Nazionale ha sollevato più di un dubbio sulla gestione agostana della crisi di governo da parte del Carroccio (Ignazio La Russa sul Giornale di qualche giorno fa ha parlato apertamente di dialogo con Forza Italia, più che con la Lega).

Il casus belli verte le recenti decisioni del Governatore meloniano circa i nuovi manager della Asl provinciale di Chieti (Francesco Zavattaro) e della Asl provinciale dell'Aquila (Roberto Testa) su cui Lega Abruzzo non concorda. Per questo (e al pari di FI) non smette di far conoscere il proprio fastidio per il piglio ultradecisionale di Marsilio. Anche di queste caselle si discuterà domani in un vertice all'Aquila, nella consapevolezza che al momento il tutto resta avvolto in una cornice di caos, con alcuni players non invitati, altri non avvisati del cambio di data, altri ancora non inclusi in una lista di presenti che è in continua evoluzione.

L'impressione data all'esterno, al netto delle fisiologiche frizioni che sono state manifestate, è di una compagine che dovrebbe riflettere sull'opportunità di fare massa e governare pancia a terra, per mettere in pratica davvero la discontinuità annunciata in campagna elettorale. Altre alchimie rischiano di essere valutate agli occhi degli elettori, dei cittadini e delle imprese come la ripetizione di schemi passati e passatisti che non mettono al centro le mille emergenze regionali.

 

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