venerdì 03 maggio 2024
venerdì 03 maggio 2024
Lo scarico del lago Barrea, in provincia dell’Aquila, non è risultato conforme ai limiti dell'autorizzazione per l'Escherichia coli. Il limite di carica batterica stabilito per legge è di 5.000 unità formanti colonie su 100 millilitri (ufc/100 ml), mentre è stato evidenziato un valore pari a 15.000 ufc/100 ml, quindi tre volte il limite.
Oltre i limiti di legge anche i solidi sospesi, (48 mg/L a fronte del limite di 35), e il fosforo totale (2,2 mg/L a fronte del limite di 2). Sono questi gli esiti delle analisi effettuate dall’Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente della Regione Abruzzo (Arta) lo scorso 1 agosto sul depuratore del lago di Barrea dopo la denuncia da parte della Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa) del 25 luglio scorso.
La Soa aveva presentato un esposto allegando immagini e video lungo il fosso a valle dell’impianto in cui si evidenziavano problemi visibili ad occhio nudo. Mentre la gente continuava a tuffarsi nell’invaso di Barrea senza problemi. Nella lettera-denuncia era stata anche ripercorsa la storia dei depuratori dell'area, ricordando le criticità già evidenziate negli anni precedenti.
Sospetti confermati dall’Arta: dopo le analisi sulle acque del fosso che derivano quasi completamente dallo scarico del depuratore è emerso che le acque presentano livelli di ‘Escherichia Coli’ tre volte superiori ai limiti di legge, con violazioni anche per i parametri di solidi sospesi e fosforo totale. Acque che dopo poche decine di metri, si scaricano nel Lago di Barrea: inevitabile il divieto di balneazione.
