Scomparsa De Cinque, il cordoglio della politica abruzzese


"E' stato tra le migliori figure di un Abruzzo che poteva contare su grandi personalità"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
26/07/2019 alle ore 12:05



"In questo tristissimo momento voglio ricordare soprattutto le grandi doti umane di Germano De Cinque, grande figura di professionista, politico e amministratore nel panorama locale e nazionale".

Sono le prime parole del segretario Regionale dell'UDC, Enrico Di Giuseppantonio, alla notizia dell'improvvisa scomparsa dell'ex parlamentare e tra i più importanti esponenti della Democrazia Cristiana abruzzese. "È stato tra le migliori figure di un Abruzzo che poteva contare su grandi personalità. Mi legava a lui una profonda amicizia e insieme abbiamo vissuto pagine della storia del nostro Abruzzo. Per lui, che amava profondamente la sua terra, la politica significava mettersi dalla parte dei più disagiati, una politica lontana da ragioni personali. Un uomo delle Istituzioni profondamente onesto e trasparente. È stato sindaco di Casoli, presidente della Provincia di Chieti ,deputato, senatore e in vari governi ha ricoperto l'incarico di sottosegretario ed essergli stato accanto ha contribuito ad accrescere la mia formazione politica e personale. A nome del mio partito e di tutti gli abruzzesi che si riconoscono nei valori cristiani esprimo le mie più profonde condoglianze alla sua famiglia".

Melilla

"È morto Germano De Cinque, avvocato, notaio , politico della Dc. Fu sindaco di Casoli, deputato e senatore per 5 legislature, fu sottosegretario nei governi Amato e Ciampi. De Cinque è stato uno dei principali esponenti della DC abruzzese di Remo Gaspari e come lui fu espressione della provincia forse più democristiana del Mezzogiorno d'Italia. Il centrosinistra è stato il luogo in cui ha seguito con rara coerenza la sua vocazione popolare e democristiana. L'ho incontrato qualche mese fa  in una riunione a Chieti e come sempre ho notato la sua proverbiale gentilezza e la volontà di dialogo che nella Prima Repubblica, quella dei partiti e della democrazia politica, era un tratto comune della classe dirigente italiana del dopoguerra.  Il PCI , in cui ho militato per decenni, era l'alternativa politica alla DC, e ci siamo combattuti con grande forza, ma anche con rispetto reciproco perché la Costituzione, con i suoi limiti e le sue regole, era la cornice in cui tutti  ci collocavamo. Altri tempi, certamente.
Solo un ingenuo potrebbe pensare di tornare a quei tempi, ma solo un incosciente non può provare nostalgia per la democrazia dei partiti, dalla DC al PCI, dal PSI al PDUP, dai partiti laici alla destra. In quei partiti milioni di persone partecipavano alla vita politica, controllavano e costruivano l'agenda della politica e la vita degli Enti Locali. E soprattutto selezionavano le classi dirigenti. Alla famiglia del senatore De Cinque le più sentite condoglianze".

Gianni Melilla, ex parlamentare

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