Alitalia, dove sara' la sede?


Primo attrito tra Fs e Atlantia, che chiede sostanziale modifica del piano: il nodo riguarda i voli sugli Stati Uniti


di Leonardo De Santis
Categoria: ABRUZZO
25/07/2019 alle ore 18:25



“Profonde modifiche”: sarebbe questa la richiesta avanzata nel primo tavolo di discussione da Atlantia nell’ambito del piano predisposto da Fs e Delta per il rilancio di Alitalia. Nello specifico la società controllata dalla famiglia Benetton ritiene che l’attuale versione del progetto non sfrutti al massimo le potenzialità di sviluppo dei ricavi nei voli verso l’America settentrionale, il segmento più ricco del mercato, oltre che verso l’Asia.  Forse c’era da aspettarselo, era una ‘battaglia’ annunciata da tempo, ed ora sta diventando uno dei principali temi nel dibattito sul piano Alitalia. Con l’ingresso di Atlantia, che controlla Aeroporti di Roma, la questione dei voli verso gli Stati Uniti infatti è ormai sotto i riflettori. La holding del gruppo Benetton su questo punto vuole essere ascoltata, pertanto avrebbe chiesto corpose modifiche ai progetti iniziali di Fs. Ma Atlantia avrebbe preso di mira anche gli accordi commerciali ed industriali, in vigore o già negoziati, tra Alitalia e Delta: il riferimento è al nuovo accordo di joint venture, “Blue Skies” nella quale è previsto l’ingresso della britannica Virgin Atlantic, di cui Delta ha acquisito il 49% e Air France il 31 per cento. Delta, Virgin, Air France e Klm sono partner di primo livello di Blue Skies, mentre Alitalia verrà ammessa ma solo come «Associate partner», quindi su un gradino inferiore. Entro agosto il governo americano dovrà concedere l’Antitrust immunity per rendere operativi gli accordi con Virgin e la Blue Skies. Si può dunque sottolineare come nella nuova jv il peso di Alitalia verrebbe ridimensionato rispetto a oggi a causa dell’ingresso di Virgin. Se ciò venisse portato a compimento, in Blue skies i voli attuali saranno garantiti e rimarrà la regola del consenso dei partner per incrementare i voli verso gli hub (detti «gruppo 1»), per esempio se Alitalia volesse aumentare i voli per New York o andare ad Atlanta, Detroit o Minneapolis. Alitalia sarà libera di fare nuovi voli verso altre destinazioni («gruppo 2»), però accollandosi maggiori rischi. Per vendere i voli del «gruppo 2» negli Stati Uniti attraverso Delta, Alitalia dovrà pagare alla compagnia americana una commissione che partirà dal 20-22% del biglietto, con una crescita fino al 26% entro 10 anni. Delta potrebbe rifiutarsi di mettere il suo codice su un volo ogni due nuovi di «gruppo 2» aperti da Alitalia: e ciò renderebbe più difficile per Alitalia attirare passeggeri americani. Perciò la questione rimane chiaramente più complessa di quanto non sembri ad una prima occhiata, perché di mezzo c’è appunto la joint venture transatlantica, di cui Alitalia fa parte insieme a Delta e Air France, oltre all’ingresso della stessa compagnia americana nel team di salvataggio di Az. La Fnta, insieme alla federazione dei sindacati professionali dei naviganti (Anpac, Anp e Anpav), in una lettera ai commissari di Alitalia ed ai ministri Di Maio e Toninelli ha rimarcato di vedere con favore una partnership con Delta “ma in un’ottica di vero sviluppo cogliendo tutte le opportunità del mercato senza subordinazione agli interessi di Air France/Klm” (esiste il sospetto che il vettore franco/olandese, di cui Delta detiene il 9%, possa drenare traffico intercontinentale dal mercato italiano verso il suo hub parigino). “I commissari vigilino affinché la direzione commerciale si astenga da ogni ulteriore atto potenzialmente irreversibile sul fronte delle alleanze e del network e rimuovano gli ostacoli che impediscono corrette e proficue relazioni industriali con le rappresentanze del personale navigante”. La discussione quindi non riguarderà unicamente il numero dei voli (il piano prevede un incremento del 20% della capacità con nuovi collegamenti da Roma per Washington e San Francisco), ma anche gli accordi commerciali: la jv transatlantica si prepara a cambiare volto con l’ingresso di Virgin Altantic, qualora l’Antitrust americana si pronunciasse favorevolmente. Attualmente Delta ha la metà delle rotte, mentre il restante 50 per cento viene diviso tra le altre due compagnie. L’aumento delle rotte da parte di un vettore può avvenire solo con il benestare degli altri due (o l’incremento dei voli da parte dei partner della jv). Ricavi e costi inoltre vengono condivisi. Ma Atlantia, che controlla l’aeroporto di Fiumicino, spinge ovviamente sull’incremento dei voli intercontinentali: il team su questo dovrà decidere.