Csm, tutti i dubbi su uno dei giudici del plenum


Pressing per far dimettere il quinto magistrato


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
25/07/2019 alle ore 18:24




Dopo la travolgente inchiesta di Perugia, il tentativo di riportare il plenum del Csm al proprio posto senza ulteriori discussioni diventa sempre più complicato. Quel che sta infatti accadendo è che il giudice Bruno Giangiacomo, primo dei non eletti nella quota giudici di merito, dovrebbe subentrare in automatico nel plenum al posto di Paolo Criscuoli. C'è però un grosso ma ed è che Giangiacomo, presidente dal 2015 del tribunale di Vasto, la cui carriera si è svolta soprattutto nell'ambito penale a Bologna dove è stato anche gip per diverso tempo, potrebbe subire a breve un procedimento disciplinare poiché per 4 anni ha avuto una relazione con un'avvocatessa di Bologna condannata un mese fa in primo grado per spaccio. A quanto pare il punto nevralgico dello spaccio, era (secondo quanto afferma l'accusa) lo studio di avvocati di cui la suddetta avvocatessa era titolare. A tal proposito, dopo la sentenza le deposizioni in dibattimento sono disponibili per tutti.

VICENDA

Ma partiamo dall'inizio. Con molta probabilità già questa settimana la Commissione disciplinare del Csm valuterà la posizione di Criscuoli, coinvolto suo malgrado nella vicenda del troyan che la procura di Perugia aveva installato nel telefono del pm romano Luca Palamara. Sempre Criscuoli era presente la sera del 9 maggio scorso nella hall dell'hotel dove, secondo quanro ricostruito dalla procura venivano decisi i destini e la mappatura delle procure del nostro Paese.
A quell'incontro erano presenti Luigi Spina, Gianluigi Morlini, Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Criscuoli. I primi quattro si sono dimessi e sono tornati alle loro funzioni precedenti. Criscuoli è l'unico che si è "salvato" e che dopo essersi autosospeso il 3 giugno, il 17 luglio ha chiesto un'aspettativa per motivi familiari. Attualmente Criscuoli non è indagato ma è molto alta la probabilità che possa essere invitato a tornare anch'egli al proprio incarico. 

GIANGIACOMO

Qui entra in scena la vicenda Giangiacomo. Il pm, pubblica accusa nel processo della Uno Bianca e nell'inchiesta sul governatore Errani, ha ricevuto 400 voti nelle scorse elezioni classificandosi primo tra i non eletti. Con lui la maggioranza del plenum si sposterebbe a sinistra dopo essere stato di Mi e Unicost. A ottobre si terranno le suppletive per sostituore 2 pm costretti a dimettersi e Area e A &I potrebbero predominare all'interno del plenum. 
Il fatto è che però, Giangiacomo si è trovato ad aprile e maggio scorsi, al centro di una imbarazzante testimonianza. Nello specifico, un'avvocatessa di Bologna, poi condannata per spaccio, ha detto di aver avuto una relazione di 4 anni col magistrato (tra il 2012 e 2016). Il giudice non è coinvolto in nessun modo in questa vicenda tant'è che l'avvocatessa ha spiegato di aver interrotto l'uso di stupafecenti nel periodo in cui i due avevano una relazione. Tale relazione, tuttavia, potrebbe essere un "inciampo" nel curriculum del magistrato e potrebbe essere usata per gettare ulteriore fango sulla magistratura da parte di coloro che ne vorrebbero archiviare l'autonomia. Giangiacomo sarebbe quindi stato invitato a fare un passo indietro per evitare altre speculazioni. 

ELEZIONI 

Nel frattempo sono stati ufficializzati i candidati per le suppletive che avranno luogo il 7-8 ottobre. 16 i nomi dei possibili sostituti: Nino Di Matteo, Anna Canepa, Filippo Vanorio, Paola Camera, Alessandro Crini, Antonio D'Amato, Francesco De Falco, Francesco De Tommasi,  Grazia Errede, Anna Chiara Fasano, Andrea Laurino, Lorenzo Lerario, Simona Maisto, Gabriele Mazzotta, Alessandro Milita, e Tiziana Siciliano.

twitter@ImpaginatoTw