E’ braccio di ferro a Francavilla al mare. Dove il sindaco Antonio Luciani ha deciso di procedere con i lavori di abbattimento di Palazzo Sirena: i lavori sono andati avanti anche nel corso della notte per radere al suolo l’edificio ricostruito nel secondo dopoguerra secondo un disegno razionalista sullo stesso sito dell’originario Kursaal ottocentesco. Il sindaco sceriffo, molto inviso alla sinistra, ha deciso di ignorare la lettera con cui la Soprintendenza guidata da Rosaria Mencarelli gli ha intimato di bloccare le ruspe. “Il procedimento per la verifica di interesse culturale avviato da questo Ufficio, non è ancora concluso” si legge nella missiva spedita ieri al comune, che specifica come spetti alla Commissione regionale per il patrimonio culturale dichiarare “con apposito decreto l’esito positivo o negativo del procedimento avviato”.
L’articolazione del ministero dei Beni culturali ha dunque fatto appello “nelle more dell’incontro previsto per il 30 agosto, di sospendere le operazioni nello spirito di leale e fattiva collaborazione tra enti”. Appello lasciato cadere nel vuoto da Luciani bollato, dai nemici come sindaco sceriffo e che per tutti gli altri è invece un eroe che ha dichiarato guerra all’incuria e al degrado. Quel che è certo è che Luciani non si è fatto intimidire neppure da altri pezzi da novanta. Come l’archistar Massimiliano Fuksas e il critico d’arte Vittorio Sgarbi. Che hanno sottoscritto l’appello di Italia Nostra che si oppone all’abbattimento. “Palazzo Sirena - si legge nell’appello rimasto inascoltato - non va demolito. Esso va riconosciuto quale elemento significativo del Patrimonio Architettonico della nostra regione, un bene culturale, testimonianza materiale con valore di civiltà e, in senso ancor più ampio, quale bene comune; un Patrimonio che va al più presto riconosciuto e tutelato nei numerosi esempi che le nostre realtà urbane presentano e di cui Palazzo Sirena è importante esempio”.