Cose d'Italia, la versione di Paolo Mieli e dei saputelli di Capalbio


Pro Conte. Cr7 non si processa. Formigoni e Frattini: uno ai domiciliari, l'altro a Bruxelles


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
23/07/2019 alle ore 11:27



Cose d’Italia. C’è chi sta sempre alla ricerca della tonicita’ politica perduta. Quella per la quale la palestra non basta, ma Paolo Mieli si. Che infatti al lettore distratto dal solleone annuncia la lieta novella: Conte è un premier sempre più forte, pronto al ruolo di frontman della prossima alleanza contro il truce Capitano. I saputi di Capalbio, i rispettabili di Cortina giubilano!

È Mieli che traccia il solco. Come fu per Mario Monti. O come quando fece sapere quanto nuovamente “tonico” fosse il Pd. Risultati noti. E tante risate sotto l’ombrellone.

Cose d’Italia e dal mondo. Cristiano Ronaldo, fanno sapere i magistrati statunitensi, non sarà processato a seguito della denuncia di stupro intentata dieci anni dopo da una presunta modella che era andata a trovarlo nella sua camera d’albergo. Le denunce della signorina non hanno passato il vaglio: non possono essere provate “oltre ogni ragionevole dubbio”. Che detta con tanta elementare chiarezza, rimanda a come si sarebbero comportate le procure italiane. E spiega perché anche dagli americani c’è da imparare.

Cose d’Italia. Perciò Roberto Formigoni dalla galera va ai domiciliari mentre Franco Frattini dalla naftalina andrà a Bruxelles. Il nesso, ovviamente non c’è. Ma sono storie che confermano lo stato dell’arte. Due reduci della seconda Repubblica, due destini diversi. Il primo, capro espiatorio di vere o presunte magagne ascrivibili a tutti; il secondo, factotum ossequioso da utilizzare ancora per un compromesso al ribasso.

Politicamente non c’è storia e perciò paragone tra i due: democristiano rampante, abile e spregiudicato tessitore di interessi e di alleanze il “Celeste”; scialbo ed ossequioso esecutore di dettami altrui il socialista martelliano poi consigliere di Stato.

Formigoni, deputato e senatore, ha gestito la Lombardia da presidente per diciotto anni contribuendo, checche’ se ne pensi, a farne l’eccellenza delle regioni d’Italia. Frattini deputato, commissario europeo, tre volte ministro, è riuscito nell’impresa di non lasciare nulla, ma proprio nessuna traccia o ricordo del suo passaggio. Nemmeno il seggio.

Il primo, dopo sette mesi di galera per una storia mai davvero provata di mazzette sanitarie incassate, va a leccarsi le ferite, nel generale silenzio, ai domiciliari in un convento.

L’altro, dopo qualche anno di doratissimo limbo, rischia di riemergere come -udite, udite!- il commissario europeo designato dal governo gialloverde del cambiamento. Magari è solo una voce. La stessa che dice che lo vogliono gli americani. Quel che è certo è che anche francesi e tedeschi plaudirebbero a tale designazione. Che sarebbe il primo, clamoroso errore di Matteo Salvini!

 

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