Non è più ora di pupazzi. È ora di governare. Altrimenti si vota


Ma bisogna poi far i conti con Fico e Di Battista e Taverna e Toninelli e tutto quel caravanserraglio di parvenu


di l'innocente
Categoria: CapoVerso (rubrica innocente)
19/07/2019 alle ore 12:09



Non è più ora di pupazzi. Perciò sarà crisi, dicono. E poi elezioni. Il 29 settembre o il 6 ottobre, secondo quelli che tutto sanno. Il tam-tam persiste. Ma solo nelle redazioni. Perché all’italiano, in vacanza o in procinto, importa assai.

Il succo è questo: l’errore pentastellato di votare la “tedesca” Von der Leyen ed esultare perché determinanti, pesa sulla tenuta dell’alleanza. Offre inoltre a Salvini un argomento micidiale poiché la neo presidente imposta da Macron e subita da Merkel, ha “omaggiato” gli avventati grillini spiegando subito di voler “monitorare” attentamente l’Italia: bel ringraziamento davvero!

Al supermarket della politica ci sono opportunità da cogliere al volo. E il Capitano l’ha fatto: “Mi frenano sulla Fiat tax e poi s’accodano a Merkel e Macron, insieme a Berlusconi e Renzi. Così non va!”

Campagna elettorale bella che pronta con argomenti gentilmente concessi dalla superficialità a cinquestelle e, sicuramente, dai calcoli errati di Conte. Uno che da pupazzo necessitato di ventriloquo sogna un protagonismo che i circoli dei soliti furbetti del Palazzo gli hanno fatto balenare.

Si sente molto Mario Monti, Giuseppe Conte. Sicche’ probabilmente farà la stessa fine. Senza però cadrega e 20mila euro mensili a vita.

Ma se il premier per mancanza di prove e di voti è inadeguato e presuntuoso, ancor più inadeguati hanno mostrato di essere i pentastellati. Non hanno preso sul serio il mandato ne’ lo sprone di Andrea Camilleri:

“..devono prepararsi bene, perché dovranno essere all'altezza per governare. Mi auguro che funzionino, perché non rimanga delusa anche questa speranza. Che è grande: gli italiani sono disperati e impazienti, come si dice in Toscana sono 'alle porte coi sassi'.” Ecco, il consenso si mantiene governando. E mantenendo le promesse fatte. Per le quali non c’è Merkel o Macron o stupide paure di isolamento che tengano.

Si può cadere perché si viene battuti non perché si diviene collusi. Che governo del cambiamento è se non riesce a cambiare, se è bloccato. Forse Di Maio l’ha capito. E Casaleggio pure. Ma bisogna poi far i conti con Fico e Di Battista e Taverna e Toninelli e tutto quel caravanserraglio di parvenu della politica. Chiacchiere e distintivo. Gente colta da improvviso e immeritato benessere, anche economico che non si sforza ne’ di studiare ne’ di capire.

Se Salvini si convincerà di dare un’ultima chance al governo gialloverde sarà perché vede che, nonostante tutto il casino quotidiano, la larga maggioranza degli italiani non ne vuol proprio sapere di Zingaretti e Renzi, di Berlusconi e Carfagna. Cosicché il ventriloquo Di Maio farebbe bene a dire a quel pupazzo vanaglorioso e saccente seduto a Palazzo Chigi di smetterla. Non è più ora di pupazzi. È ora di governare il cambiamento promesso.

 

twitter@ImpaginatoTw