Rivoluzione nazionale in atto in Forza Italia: così anche in Abruzzo per ora si vanno deponendo le armi. Nelle ultime settimane, i pezzi da novanta degli azzurri in Regione, cominciando dal coordinatore senatore Nazario Pagano, che qualcuno vorrebbe disarcionare, e dal deputato Antonio Martino, coordinatore organizzativo, hanno fatto a gara per applaudire al “coup de théatre” del presidente Silvio Berlusconi, che al Senato ha annunciato ai parlamentari il nuovo corso per far uscire dalle sabbie mobili un partito in crisi di consensi ed identità, annunciando elezioni dei dirigenti nazionali, regionali, provinciali e comunali, attraverso le "primarie", e nominando i cosiddetti "traghettatori".
Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri (che viene da tutt’altra forma mentis, An), che però calca la mano sulla parola "rinnovamento e nuove energie". Mentre riveste il ruolo da bastian contrario, e non è la prima volta, la new entry dei forzisti, il consigliere comunale dell'Aquila Giorgio De Matteis, a cui le primarie non sono mai piaciute, perché ha spiegato più volte, “rischiano di dividere, invece di unire”. In questo “nuovo” clima, Pagano e Martino negano abilmente attriti tra di loro, affermando in più riprese di andare addirittura a cena insieme, essendo “finito il tempo di avere amici e nemici”: ma in sostanza se ne riparlerà quando ci saranno le primarie.
Nei giorni scorsi appunto Berlusconi ha nominato la vicepresidente della Camera Mara Carfagna e il presidente della regione Liguria Giovanni Toti, rispettivamente coordinatori per il sud e per il nord, con l'affiancamento dell’ex presidente del parlamento europeo Antonio Tajani (però in minoranza ormai), con il delicato compito della riorganizzazione di Forza Italia, in vista del congresso che si terrà in autunno, dove tutte le cariche saranno elettive. Mediante l'utilizzo delle primarie, assoluta novità per un partito dove le nomine, anche a livello locale, le ha sempre decise in ultima istanza il leader maximo Berlusconi.
Insomma libere elezioni anche in Abruzzo, dove in molti da tempo contano di spodestare il senatore Pagano, coordinatore e dominus del partito, nominato da Berlusconi in persona nel gennaio 2014: accusato negli anni in particolare dall'ala degli ex An, di autoreferenzialità, e di aver portato a casa magri bottini elettorali. Un over 60, il cui destino sembrava segnato, quando il presidente Berlusconi aveva annunciato la necessità di un ricambio generazionale: ora il fattore età diventa relativo, si terranno però le elezioni anche per i vertici regionali. Apparentemente dunque c'è un clima di entusiasmo per l'attesa svolta impressa da Berlusconi, che per di più ha riportato all'ovile, nominandolo coordinatore del nord, il presidente della regione Liguria Toti, che era ad un passo dall'organizzare una nefasta scissione, tanto che aveva fissato per il 6 luglio una convention per il varo della nuova formazione politica, a cui era pronto a partecipare anche Sospiri.
Ma a smorzare gli entusiasmi è proprio la new entry, il consigliere comunale dell'Aquila De Matteis, che a fine maggio ha mollato Fratelli d'Italia, per approdare assieme a Marcello Dundee e Berardino Morelli in Forza Italia. Rimpinguando in tal modo il gruppo consiliare decimato dopo l'uscita del capogruppo Roberto Junior Silveri, oggi al Gruppo Misto, Ferdinando Colantoni, Giancarlo Della Pelle e Vito Colonna, che hanno formato “Insieme per L’Aquila”, con il consigliere Leonardo Scimia, ex Benvenuto Presente. "Le primarie per i dirigenti non mi convincono - taglia corto De Matteis - vanno piuttosto valutati i loro risultati, e decidere se confermare o bocciare. Il discorso vale anche per Pagano: nella partita delle regionali e della Giunta, ha ottenuto il massimo possibile, ha proposto un candidato sindaco vincente a Pescara, i risultati delle Europee sono lusinghieri, rispetto alla media generale".
Anche perché osserva De Matteis, "le primarie, se non sono regolamentate come si deve, rischiano di dividere, invece di unire. Basti vedere a cosa è successo a L'Aquila alle primarie del centrosinistra per la candidatura a sindaco, con la rovinosa sfida tra Pierpaolo Pietrucci e Americo Di Benedetto. E poi, mi viene da osservare, a questo punto facciamo le primarie ad ogni livello, anche per scegliere i candidati in parlamento e in regione, al posto delle investiture al 'principe' di turno", suggerisce De Matteis.
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