La ricetta di Cialente per un nuovo Pd in Abruzzo


"Bisogna tornare a essere partito politico"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
13/07/2019 alle ore 09:44



L’era Fina nel Pd abruzzese è da poco iniziata e già si intravedono importanti prospettive di cambiamento radicale. Sarà essenziale non ripetere gli stessi errori e trovare nuove strategie per innovare ciò che non funziona.Ma come procedere per non bruciarsi? Impaginato ne ha parlato con l’ex sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente

Con quali presupposti parte l’era Fina nel Pd abruzzese?

L’era Fina parte con l’auspicio che si torni a essere un partito politico, secondo quanto dettato dalla costituzione italiana. Vale a dire, aperto alla partecipazione e al contributo di tutti, capace di raccogliere le intelligenze, le passioni, la voglia di fare delle persone, la voglia di ascoltare e farsi ascoltare. Un partito in cui finisca l’epoca delle correnti, correnti che ci sono state in passato ma che erano correnti di pensiero e non di gruppi.  

Che partito auspica?

Auspico un partito che sia capace di dire agli abruzzesi e quindi, in ricaduta ai vari territori e città, cosa c’è dietro l’angolo. In questo momento il Paese sta andando dietro ai populisti perché c’è una gravissima incertezza: c’è paura, si è insicuri per il futuro dei propri figli, il Paese sta crollando e tra magistratura, università ecc.... non c’è una cosa che regge. Se non si dà una speranza vera, oggettiva, ritrovando la capacità di parlare e convincere la gente, non c’è speranza per questo Paese. Questa è la nuova era Fina, rispetto alla quale ho già detto che tutto ciò che potrò dare lo darò. Auspico che tanta gente cominci a partecipare ai nostri dibattiti, restaurando le vecchie commissioni. Le commissioni che hanno costituito la storia dei partiti erano posti in cui le persone si vedevano e tiravano fuori delle idee poiché seguivano determinati argomenti che poi portavano ai vari livelli di discussione. Se si torna a questo finiremo di parlare di persone e cominceremo a parlare di cose. 

Quali gli errori da non ripetere?

Bisogna finirla di parlare di persone e cominciare a parlare di cose nonché finirla con il fatto di avere dei gruppi che diventano gruppi per fare ascesa politica, carriera politica e così via. Basta, non voglio più sentire parlare di “ano”, ossia quello è dalfonsiano, quello è cialentiano…basta con queste storie. Si è iscritti a un partito che deve essere un partito aperto. In questo momento, gli iscritti al nostro partito sono pochi rispetto a quello che è un mondo della sinistra. Dobbiamo avere umiltà e cominciare a parlare con tutti ma soprattutto, ascoltare tutti. È chiaro che poi noi avremo le nostre proposte da confrontare. Personalmente a L’Aquila ho ricominciato a fare questa cosa. Penso vadano fatti progetti strategici ecc. Ho governato nei dieci anni più difficili della storia degli ultimi 3 secoli di questa città con uno schieramento amplissimo, perché ci parlavamo avendo una strategia. 

In che cosa si concretizzerà il passaggio da Rapino a Fina?

Non personalizzerei né su Rapino né su Fina. Credo sia una nuova consapevolezza di tutta una serie di errori che abbiamo accumulato, in particolare l’idea della rottamazione, l’idea folle del partito dell’autosufficienza e così via. È proprio un cambio di passo, abbiamo capito la lezione. 

In che modo stimolare nuovamente i circoli?

Si partecipa ai circoli se c’è una discussione. A L’Aquila, ad esempio, il problema politico più grande nella ricostruzione si chiama centro storico. Se si comincia a fare un dibattito serio sulle prospettive del centro storico aquilano e sul recupero, contemporaneamente, del ruolo delle frazioni in rapporto con il comprensorio, i circoli si riempiono di gente, non solo iscritti. Se invece i circoli sono finti, non ha senso andare al circolo a fare un congresso ogni tanto o contare tessere ecc. Andare alla riunione di un circolo significa andare a parlare. Poi si possono sentire cose interessanti ma anche dire ciò che si pensa. Se si deve andare a non far nulla, non ci si va. 

Il civismo può essere un altro ramo da coltivare nel Pd zingarettiano?

Che cos’è il civismo? Ora, che ci siano persone che si raccolgono con le liste civiche può andare benissimo, però bisogna stare attenti. Il civismo sta nascendo ed è nato in risposta alla latitanza dei partiti. Il civismo nasce laddove non esiste una proposta politica e allora penso ci si nasconde, quasi ci si camuffa. Non c’è niente di peggio che promuovere il civismo e una volta che si hanno liste civiche ecc. non si coltivi poi un dibattito per capire cosa unisce. In fondo, tante crisi delle amministrazioni nascono dal fatto che poi al civismo non fa seguito un dibattito politico. Il civismo non può essere prendere delle persone e candidarle. Il civismo serve, ho avuto liste civiche, i Cattolici democratici, persone di area per lo più moderata, di estrazione cattolica e riempivano un’area non rappresentata da un partito. Allora abbiamo governato benissimo con loro, però c’erano anche i partiti. Se in questo momento si tornasse ai partiti, credo che molte istanze dei cittadini si ritroverebbero poi nei partiti. 

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