Il vicepremier Luigi Di Maio starebbe lavorando per evitare la revoca di Autostrade dopo le durissime accuse e le sparate sull’azienda decotta. La pietra angolare della discussione è Alitalia, per la quale il Movimento 5 Stelle, messo alle strette dalla ‘alleata’ Lega e dalla scadenza prevista per il 15 luglio, auspica forzatamente una partecipazione di Atlantia alla cordata (in cui circolano da tempo i nomi di Delta, Toto, Lotito e Fs).
I 300 milioni che andrebbero messi sul piatto (magari più altri fondi per eventuali aumenti di capitale), fanno parte di un progetto più ampio, che dovrebbe coinvolgere Atlantia a fare ancora di più anche per Genova, in termini di indotto e di territorio. L’azienda, come noto, si è accollata i costi per la ricostruzione del viadotto (circa 439 milioni, più 57 milioni tra risarcimenti per i familiari delle vittime, fondi a imprese e artigiani) ma, sempre secondo quest’ultima linea di pensiero dei 5Stelle, potrebbe aiutare impegnandosi sul fronte infrastrutturale e non solo in tutta l’area ligure.
Qui le idee grilline non sono ovviamente ancora chiare, ma uno sforzo finanziario ulteriore sarebbe particolarmente apprezzato. Per aprire una via di comunicazione diretta e diversa: ragionamenti questi però che passano attraverso il nodo delle concessione. La cui revoca, dopo le parole del vicepremier Di Maio e l’invito a sedersi al tavolo, appare oggettivamente più lontana: non solo perché, come detto, giuridicamente impervia, ma anche perché farebbe scattare una battaglia legale dall’esito incerto, portando a scontri non meno duri.
Con il rischio che al termine del procedimento lo Stato possa essere costretto a pagare 25 miliardi per l’indennizzo. Meglio dunque smussare gli angoli: magari, ragionano in queste ore i pentastellati, provare a seguire la strada della ridiscussione dei termini della concessione. Ragionamenti che per ora restano confinati nei colloqui riservati del Movimento, ma che presto potrebbero concretizzarsi in una serie di prudenti e caute aperture. Il nodo Alitalia va infatti sciolto entro poche settimane: tattica e strategia s’intrecciano, perché se a parole i grillini non mollano la presa, dall’altra sono convinti che una rottura totale non gioverebbe a nessuno, sia relativamente ai posti di lavoro che andrebbero perduti a migliaia sia sul fronte delle perdite che i risparmiatori azionisti di Atlantia sarebbero costretti a subire.
Magari il congelamento dei pedaggi potrebbe rappresentare un primo passo per provare ad avviare un confronto, e ciò non significa rinunciare ad accertare le responsabilità per quanto di grave accaduto a Genova il 14 agosto di quasi un anno fa.
Il ministro dello sviluppo economico Di Maio resta insomma combattuto e pensieroso: "Su Atlantia c'è una relazione del Mit che parla chiaro, adesso bisogna avviare la procedura. Per quanto riguarda la revoca ovviamente questa non si deve accavallare con il caso Alitalia. Se Atlantia vuol fare un'offerta per Alitalia la può fare, l'importante è che non pensi che ci si siano scambi sul tavolo delle concessioni autostradali".
"Questi sono giorni in cui tanti cittadini italiani si metteranno in viaggio per andare al mare e pagheranno pedaggi ai caselli che sono molto onerosi, carissimi. Con questi soldi doveva fare la manutenzione di un ponte. Non l'ha fatta e quel ponte è crollato e dovrà pagare per quello che ha fatto", conclude.
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