Dossier Alitalia: quel cerchio magico tra Benetton e Atlantia


M5S vs Lega, è muro contro muro. Ancora tutto in alto mare nonostante i nomi di Lotito e Toto


di Leonardo De Santis
Categoria: ABRUZZO
27/06/2019 alle ore 13:53



Dopo il vertice a Palazzo Chigi, con la presa di posizione dei Cinque Stelle sulla necessità di revocare la concessioni ad Autostrade, pare chiaro che anche la partita Alitalia, con il possibile ingresso di Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l'Italia, si fa tutta in salita. Dalla Lega trapela malumore su questa "nuova forzatura fatta da Di Maio".

Perché, spiegano fonti parlamentari, "siamo di fronte all'ennesimo no da parte dell'alleato di governo". La posizione adottata dal partito di Matteo Salvini è quella di non replicare alla linea dura del vicepremier grillino, che ha di fatto detto no anche al fatto che Atlantia possa investire in Alitalia. Fonti del Movimento hanno fatto sapere che nel vertice tenuto a Palazzo Chigi "non si è parlato in alcun modo di far entrare Atlantia in Alitalia", anzi il Movimento "lo esclude, visto che vogliamo revocare le concessioni".

La parola d'ordine dei leghisti è tacere. Ma qualcuno spiega che poi "su Alitalia la grana è di Luigi Di Maio. Tocca a lui trovare una soluzione, quindi dica piuttosto che cosa vuole fare". In risposta ai malumori del Carroccio, le fonti pentastellate replicano: "Dispiace che la Lega si preoccupi più di Atlantia e della famiglia Benetton che delle vittime che persero la vita nella tragedia del ponte Morandi. Non capiamo questa battaglia a difesa di un’azienda privata. Il governo era stato chiaro sulla revoca della concessione, ora ci auguriamo che nessuno voglia rimangiarsi la parole davanti al dolore delle famiglie, a quasi un anno di distanza da quella terribile tragedia". "Noi sulla revoca andiamo avanti come un treno - proseguono i 5 Stelle - Chi ha sbagliato deve pagare i suoi sbagli, non può restare impunito. Lo Stato non è più sordo né cieco davanti ai cittadini".

Dunque la questione Alitalia resta saldamente nelle mani del governo, ma sulla carta lo sarà di coloro i quali decideranno di legarsi alla cordata guidata da FS, sempre alla ricerca del 40% mancante al monte della partecipazione azionaria alla newco. E in queste ore le voci delle soluzioni imposte per il salvataggio e rilancio della compagnia aerea si rincorrono nel mondo politico e sindacale, che manifestano segni di preoccupazione. 

Inoltre la partnership con Delta Air Lines si prospetta tutt'altro che indolore in quanto presupporrebbe un numero consistente di esuberi (un rapporto ne indicherebbe 740) solo relativi al personale di terra Alitalia. A ciò si aggiunga il pesante ridimensionamento di Fiumicino e Linate, a tutto favore dei programmi intercontinentali del vettore americano che starebbe invitando Air France, di cui è azionista per il 10% circa, a entrare in gioco per la gestione del medio raggio (si parla di 15 collegamenti in meno su Linate).

Per rendere il piano industriale fattibile e produttivo entro il 2023, inevitabile puntare all'ottimizzazione dei costi operativi, con tagli a rotte come quella che collega Napoli e Roma, e sulle risorse di intermodalità con FS impegnata a rendersi ancora più competitiva nei trasferimenti da e per gli aeroporti principali con l'AV. Il ridimensionamento della flotta Alitalia da 118 a 109 velivoli non impedirebbe di operare sulle rotte transatlantiche con il Nord America, ma sempre in una logica di collaborazione con i partner Sky-team.

Il piano industriale al 2023 prevede un aumento di 500 milioni del fatturato, con ricavi totali che salirebbero da 3,1 miliardi a 3,6 miliardi e un EBIT positivo per 134 milioni.

 

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