Un film di 13 anni fa, visto per la prima volta su Netflix, perché al cinema mi era sfuggito. Adatto a chi è appassionato del buon vino e non disdegna il romanticismo; i panorami dolcissimi del sud della Francia e le storie d’amore che assomigliano alle favole, stile Pretty woman.
Io l’ho scelto perché avevo voglia di vedere solo il bello della vita per due ore e perché mi piacciono gli attori protagonisti (Russel Crowe, da ultimo visto, quasi irriconoscibile, nel ruolo drammatico del padre bigotto di Boy erased: https://cinedecimamusa.blog/2019/03/22/boy-erased/; e Marion Cotillard). Oltre, naturalmente, a non essere astemia e a non fare parte della schiera di odiatori dei cugini d’oltralpe, di questi tempi (per me) inspiegabilmente numerosa. Il regista è blasonato: Ridley Scott, addirittura. Quello de Il gladiatore, che ha reso famoso Russel Crowe, in Italia forse anche alla voce eccezionale del doppiatore Luca Ward. E quello di Sopravvissuto – The Martian che ho recensito qui: https://cinedecimamusa.blog/2019/06/22/sopravvissuto/. La storia è semplice e forse un po’ scontata: il protagonista è un indaffarato manager che pare avere dimenticato ogni forma di sentimento e il gusto della vita, al di là di ciò che si può acquistare con la carta di credito. È costretto a lasciare Londra e tornare in Provenza, per occuparsi del testamento dello zio, con il quale aveva trascorso l’infanzia, tra i vigneti e le botti: i ricordi di quegli anni si fanno strada a fatica e intaccano l’apparente incapacità di Max di rallentare il ritmo ed accorgersi, innanzitutto, di chi ha accanto. È così che incappa in una vecchia conoscenza, la ragazza della locanda del villaggio, che era l’amica con cui da bambino trascorreva le lunghissime estati a casa dello zio. Lasciatevi andare a un racconto davvero piacevole: forse sin dall’inizio capirete quale sarà il finale, ma nonostante questo il film si mantiene ad un buon ritmo, sempre di commedia, ma di qualità. A me è venuta una gran voglia di andare a rivedere quei luoghi, facendo come Max: e cioè cercando di mettere da parte per un po’ la frenesia quotidiana e l’incapacità di staccare davvero, connettendosi solo con il paesaggio e con la persona con cui si ha la fortuna di condividere il viaggio. 3