O così o si vota. Ma se si vota di data ce n’è una soltanto: domenica 29 settembre. Con le Camere da mandare a casa tassativamente entro il 20 luglio.
L’aut-aut sul taglio delle tasse di Salvini, galvanizzato dal successo alle europee e dal recente sostegno dell’amministrazione Trump, costringe (o convince?) Di Maio e Conte a mutare atteggiamento con gli eurocrati interni ed esterni. Proprio per scongiurare le elezioni anticipate.
Il premier addirittura dismette l’abito della moderazione e manda un preciso pizzino a Bruxelles: l’Italia esige un commissario economico! Taglio delle tasse, taglio della burocrazia e stop ai vincoli europei è, del resto, il mantra veicolato sui social dal pimpante Capitano amerikano, oramai vero socio di riferimento della maggioranza gialloverde. E non c’è Tria (poverino!) che tenga. Perciò è facile pronosticare che, per evitare l’angoscia di quella domenica di settembre, così si farà: con o senza il consenso di un’Unione più tremolante della stessa Merkel.
I grillini, in perenne confusione, per un poco hanno fibrillato e provato a ribellarsi, con i soliti apprendisti stregoni Fico, Morra e Di Battista. Ma è sempre la stessa solfa che li ha già portati a sbattere. È sempre e solo lo sciocco scimmiottare quell’anima sinistrata che tanti guai e danni elettorali ha causato. Col concorso del Pd hanno azzoppato in Vigilanza il presidente della Rai Foa, ma è stata la ripicca per il voto leghista su Radio Radicale. Null’altro.
Il corpaccione del Movimento seppur tremante sta con Di Maio. Grillo e Casaleggio capiscono che rischiano il collasso elettorale e tengono gli screanzati a freno, mentre Luigino dice a tutti che non molla: i M5S andranno avanti con la Lega, consapevoli che il governo gialloverde ha ancora con se la netta maggioranza degli italiani e soprattutto che votare potrebbe renderli residuali.
Comunque sia, giusto per tenere insieme tutte le opzioni, cerchiamolo di rosso il prossimo 29 settembre: non solo per ricordarci del capolavoro del duo Battisti/Mogol o, per chi vuole, dell’83esimo compleanno di Berlusconi.
Quell’ultima domenica di settembre è l’ultima data possibile nell’agenda del Colle. Che sarebbe perciò pure quella dell’ultimo scatto col quale Matteo Salvini, si catapulterebbe, addirittura in solitaria e con tanto di Rosario in mano, a Palazzo Chigi: una passeggiata di salute, per lui. Un incubo per gli altri.
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