Che cos'è e da chi è finanziato il progetto Hera?


Cessione del clienti di gas ed elettricità: accordo di partnership commerciale nel Nord-Est


di Leonardo De Santis
Categoria: ABRUZZO
18/06/2019 alle ore 15:48



Hera si aggiudica la gara per la cessione del clienti di gas ed elettricità indetta da Ascopiave, dando vita a una nuova utility con un giro d'affari per 864 milioni. Si tratta di un risultato che farà rumore tra gli addetti ai lavori e avrà ripercussioni per almeno un milione di consumatori in Veneto e Friuli Venezia Giulia. I motivi sono più di uno: non si era mai tenuta una sfida di questa portata, a cui hanno partecipato tutti i big del settore, da Eni a Edison da A2a a Iren.

Davvero tanto affollamento perché si sta parlando di clienti di una delle zone più ricche del paese, dove - a differenza di Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna - non si è ancora affermata una utility locale che domina il mercato. Ascopiave è più che altro presente nelle province di Treviso e Vicenza. 

Con la sua affermazione ora è il gruppo Hera a diventare l'indiscusso numero uno del Nord-Est: si tratta di un’operazione che il presidente Tomaso Tommasi e l'amministratore delegato Stefano Venier cercavano di fare da tempo. Ma non è stato facile per una utility etichettata di "sinistra" (i soci di maggioranza sono i comuni di Bologna, Modena, Ravenna e Cesena) farsi largo in un territorio da un paio di decenni dominati dalla Lega.

Non per nulla, l'operazione di ingresso nel Triveneto da parte di Hera è avvenuta, in passato, alleandosi con l'utility controllata dai comuni di Trieste e Padova, quando i due comuni erano amministrati dal centrosinistra.  Aggiudicandosi i clienti di Ascopiave, Hera non ottiene solo di diventare il numero uno in Italia con oltre 3 milioni di clienti nel settore energia, ma diventa il punto di riferimento in tutto il Nord-est e mette un argine all'espansione di A2a.

Quest'ultima (controllata dai comuni di Milano e Brescia) ha di fatto preso il controllo delle utility di tutte le provincie lombarde e cercato di partecipare alla gara di Ascopiave con una inedita alleanza con le ex municipalizzate di Verona e Vicenza. Un tentativo che alla fine non è riuscito. Secondo alcuni con una valutazione "importante" degli asset (tradotto, senza badare a spese), che diventerà un nuovo metro di riferimento del settore per le prossime operazioni.

Anche se Eni ha messo sul tavolo una valutazione più alta degli asset, Ascopiave alla fine ha preferito Hera (assistita dalla banca d'affari Lazard), perché gli emiliani hanno presentato una offerta industrialmente più vantaggiosa. L'idea di fondo dei soci di Ascopiave (una sessantina di comuni della marca Trevigiana, che avevano la banca Rothschild come consulente) era chiara fin dall'inizio: cedere i clienti del gas e dell'elettricità, rinunciando al mercato retail dove non erano comunque riusciti a crescere più di tanto per avere in cambio reti di distribuzione, un business regolato, più "tranquillo" e di fatto un monopolio naturale, dove non bisogna lottare utente per utente in un mercato che si sta avviando alla completa liberalizzazione (dal primo luglio 2020) e sarà sempre più competitivo.

Uno schema che Hera ha rispettato, come si può dedurre dai comuni ufficiali. Lo schema prevede da un lato un’alleanza commerciale in EstEnergy, una joint venture dove confluiscono i clienti gas e luce di Ascopiave e quelli di Hera in Veneto e Friuli Venezia Giulia: oltre 1 milione di clienti con un valore complessivo di 864,5 milioni di euro e con un ebitda di 69 milioni di euro. Della joint venture, Hera avrà il 52%, mentre il 48% in mano a Ascopiave potrà essere ceduto dai soci entro i prossimi sette anni (con una opzione in favore di Hera).

In parallelo, Ascopiave ottiene gli asset di Hera nella distribuzione: si tratta di 188.000 contatori, diventando così il primo operatore nel Nord-est con 775 mila contatori gestiti e un ebitda aggiunto di 15,9 milioni di euro.

 

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