È andata bene, stavolta. Non ci sono morti da piangere, soltanto tre feriti non gravi. È andata bene, a differenza del 24 gennaio, quando le vittime dell’elicottero del 118 precipitato a Campo Felice furono 6 e tra loro anche un reduce dall’inferno di Rigopiano. È andata bene, ma e’ soltanto per caso, per fortuna, per un miracolo che l’elicottero dei Vigili del fuoco precipitato ieri a Campo Imperatore, durante la lotta senza fine contro il rogo di Fonte Vetica, non ci abbia consegnato altri martiri. E quello è soltanto il più grave degli incendi appiccati da piromani e da sconsiderati che da giorni stanno divorando boschi e campagne abruzzesi.
Vigili del fuoco, volontari, uomini e donne del soccorso pubblico, eroi silenziosi sempre in campo, sempre pronti a rischiare le proprie vite per rimediare alle colpe di troppi. Quelli che accendono il barbecue in un altopiano arso dalla siccità, che fanno gli arrosticini nei parchi, che chiamano l’elisocccorso in una giornata di nebbia fitta, quando una semplice ambulanza sarebbe bastata, che edificano resort su spicchi di montagna esposti alle valanghe, che lo consentono in base a un malinteso senso dello sviluppo turistico delle aree intererne, che non proibiscono tali azzardi mortali, che non dettano norme per impedire tutto ciò. E pi ci sono loro, pronti a partire per dare soccorso, a prezzo della vita se serve. Un altro Abruzzo, un’altra Italia. Appero’.