Il Vate cacciato da Trieste


Hanno raccolto 1.550 firme in pochi giorni i triestini,


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
13/06/2019 alle ore 13:12



Niente, non ce lo vogliono: Gabriele D’Annunzio via da Trieste. Hanno raccolto 1.550 firme in pochi giorni i triestini, perché la statua del Vate lì insieme a quelle di Joice, Saba e Italo Svevo non la possono proprio sopportare. Il monumento, firmato dallo scultore Alessandro Verdi ritrae D’Annunzio seduto mentre legge in posa riflessiva e dovrebbe essere sistemata in piazza della Borsa. Per il momento la petizione contro il monumento a D’Annunzio ha raccolto 1500 firme in 3 giorni.


“D’Annunzio non c’entra niente con Trieste, veniva sbeffeggiato anche dalla popolazione quando perse l’occhio – spiega a Triesteprima il promotore della petizione Alessandro De’ Vecchi – a suo dire in un’azione eroica volando sulla città ma in realtà perso per un’infezione mal curata. L’ubicazione di fronte al palazzo della Camera di Commercio è offensiva, è probabilmente un omaggio della giunta di destra e dalle sue liste composte anche da ex camerati, ad un onorevole dichiaratamente fascista residente nella stessa piazza”.

Insomma, una bega di quartiere. Che ha finito per coinvolgere anche molti intellettuali cittadini. 


“Le statue di Joyce, Saba e di Italo Svevo – continua il testo della petizione – sono state dichiaratamente contrapposte dal sindaco alla cultura italiana invece di quella mitteleuropea e due di questi personaggi della cultura triestina, erano anche israeliti di religione… nella città delle Leggi Razziali. La biografia letteraria e politica di D’Annunzio rasenta il ridicolo ed espone il buon nome dell’Italia al ludibrio mondiale ma non è questo il motivo principale della nostra contestazione: D’Annunzio era alloglotto e totalmente estraneo alla città”.
Il sindaco Dipiazza invece difende la scelta ed esorta a  “farla finita con queste divisioni del 900. Sarà una grande opportunità dal punto di vista turistico. Ciò che conta è che Trieste assieme a Venezia il centro della preparazione dell’impresa di fiume. Hemingway, Joyce, Proustriconobbero la grandezza di D’Annunzio: questa è la realtà, stiamo parlando di un grande italiano. Queste polemiche mi hanno stancato”.


E poi: 

Da Trieste-aggiunge-veniva una delle reliquie più preziose: una bandiera italiana che gli fu regalata dalla sua amante triestina. Lui non attaccò mai i croati, lui non ha mai detto nulla contro i croati. Questa è la storia. Io ho letto anche l’ultimo libro di Giordano Bruno Guerri”.

ps: Adesso toccherà al nuovo sindaco di Pescara difendere il buon nome del Vate. Non sarà il Pescara calcio, ma vale la pena lo stesso.