Il Pd in Abruzzo non è trasparente. E non lo è da un sacco di tempo: “Page not found” recita la pagina del sito dedicata ai Documenti e alla trasparenza, in cui sono compresi anche bilanci e rendiconti finanziari. Il fatto è che la pagina è in queste condizioni da novembre dello scorso anno, da quando Mapero’ scrisse un post sui mancati contributi di alcuni consiglieri regionali e il Pd, anziché chiarire, preferì oscurare.
Chi è che non paga nel Pd abruzzese? Quali consiglieri, e quali e quanti parlamentari? A chiederlo a gran voce è la deputata Pd Maria Amato:
“La trasparenza è un valore a prescindere dai tempi e dai venti di populismo. La trasparenza, meglio se spontanea, piuttosto che indotta dai giornalisti, protegge da valutazioni improprie, che mettono tutti nel mucchio. Sono stata sorpresa nel leggere l’articolo del Corriere che evidenziava i cospicui mancati versamenti al PD nazionale. In nome di quella trasparenza ho chiesto al tesoriere regionale l’aggiornamento e la pubblicazione dei versamenti dei parlamentari e dei regionali”
Mica è una richiesta da niente. Solo pochi giorni fa è stato il Corriere a scrivere dei conti in rosso al Nazareno: 9 milioni il passivo registrato dal Pd nel 2016 che costringerà alla cassa integrazione a rotazione i 184 dipendenti tra settembre e ottobre. Un quadro cupo, indotto dalle spese indotte dai troppi dirigenti ma anche dai parlamentari che non rispettano il dovere verso il proprio partito: i contributi degli eletti sono infatti crollati dai 10 milioni del 2015 ai 6,6 del 2016.
Insomma, in tanti preferiscono tenersi in tasca i soldi che dovrebbero versare al partito, 1.500 euro al mese. E Nextquotidiano.it ha pubblicato tempo fa il numero dei morosi: un centinaio. Se non si metteranno in regola al più presto, il Pd ha minacciato di pubblicare i nomi sul sito. Tutto il contrario di quello che accade in Abruzzo, dove il partito invece copre chi non paga, oscurando la pagina sulla Trasparenza. Tra l’altro, a livello nazionale, un po’ di nomi sono già usciti. Tra i morosi ci sono nomi eccellenti: il senatore Sposetti, scrive Nextquotidiano, che detiene le chiavi della cassaforte ex Ds, dovrebbe 75 mila euro; l’ex ministro dell’Istruzione Giannini circa 40 mila; il deputato super renziano Carbone oltre 30 mila; e il deputato Gutgeld, eletto in Abruzzo, 40 mila. Ci sono poi i parlamentari Martino (75mila) e Valiante, fedelissimo di Emiliano, con un debito simile; mentre Khalid Chaouki sarebbe in rosso per oltre 50mila euro. Ad aprile il tesoriere Bonifazi ha inviato a tutti i morosi una lettera per invitarli a mettersi in regola: tra questi anche ministri, che a quanto pare hanno rimediato.
Quella missiva ha fruttato però soli 500mila euro: ne mancano ancora 3 milioni. La pena per chi non paga? L’articolo 40 dello Statuto parla chiaro: la lista completa dei morosi sarà pubblicata sul sito del partito.
Molti di loro, come ha chiarito Gutgeld, hanno però l’abitudine di versare ogni sei mesi. Ma il Pd abruzzese, se così fosse, dovrebbe avere l’interesse a dimostrarlo, esibendo assegni e prove. Invece, oscura. Facendo di tutta l’erba un fascio, tra chi paga e chi no.
ps: Un fascio che però alla Amato non sta bene per niente: lei paga, e ha diritto di sapere chi non lo fa, anche qui in Abruzzo.