Attorno ad Alitalia c’è sempre maggior confusione: Claudio Lotito, presidente e azionista di maggioranza della Società Sportiva Lazio, ha annunciato di aver formalizzato un’offerta «riservata» di acquisto per Alitalia (dichiarazione ufficiale all’Ansa). Risulta che una lettera Lotito l’ha effettivamente mandata a chi segue la procedura di cessione. Ma la fattibilità e la consistenza della proposta (accanto ai nomi fatti fino a doggi, Fs, Toto, Atlantia) sono tutte da verificare, vista anche la proverbiale parsimonia dell’imprenditore, mentre nel governo nelle ultime ore ci sono state aperture in direzione di Atlantia, la società dei Benetton che controlla Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma.
Non si sa quale sia il contenuto della proposta formulata da Lotito: la sua mossa appare sorprendente, perché Lotito è molto parsimonioso nella sua attività di imprenditore. Quando ha comprato la Lazio ha ottenuto dal governo Berlusconi e dall’agenzia delle entrate una transazione del maxi-debito fiscale creato dalla gestione precedente. Con l’accordo firmato da Lotito il 20 maggio 2005 il debito fiscale per oltre 140 milioni fu spalmato in 23 anni, per evitare il fallimento della squadra di calcio. Nell’ultimo bilancio della Lazio al 30 giugno 2018, risultava un debito ancora da saldare di circa 45 milioni di euro. Il club, vincitore dell’ultima Coppa Italia, è quotato in Borsa. Oggi le azioni hanno chiuso in calo dello 0,32% a 1,236 euro.
Probabile il rinvio di un mese, in quanto nessuna decisione ad oggi è stata presa. È assai probabile che si arrivi a una nuova proroga del termine per la presentazione dell’integrazione dell’offerta di Ferrovie dello Stato (l’unica finora sul tavolo dei commissari della compagnia). Il termine scade sabato 15 giugno, dunque è quasi certo che ci sia un rinvio di un mese, e sarebbe il quarto rinvio. Un’altra proroga per Alitalia? «Non lo so, laddove ci fosse non è assolutamente un problema», ha detto stamattina il ministro dei trasporti del M5S Danilo Toninelli.
La cordata guidata da Fs ha adesioni fino al 60% del capitale necessario (30% di Fs, 15% di Delta Air Lines e 15% del Mef) e ci sono contatti ben avviati con Atlantia, che potrebbe completare la compagnie come quarto socio. Atlantia però potrebbe accettare solo a condizione di una normalizzazione dei rapporti con il governo, in particolare con il M5S, che vuole revocare la concessione autostradale in seguito al crollo del Ponte Morandi (43 morti). Ma la società ieri mattina ha emesso una nota in cui precisa che non ha raggiunto alcun accordo, neppure preliminare, per Alitalia.
Sempre ieri il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha aperto alla società dei Benetton: la questione Alitalia - ha detto - «si chiude nelle prossime ore». Salvini ha spiegato: «Si sta cercando un terzo socio, sento parlare di Atlantia, penso che sia un partner naturale». Oggi Salvini è stato più generico: «A me basta che si tutelino 11mila posti di lavoro e che l’Italia abbia una compagnia di bandiera efficiente e che guardi al futuro, che cresca e compri aerei. Non ho pregiudizi nei confronti di nessun investitore, non me ne occupo io, mi occupo di sicurezza».
Intanto la complessa partita del salvataggio della compagnia è approdata a Palazzo Chigi: dopo il vertice sull’economia di stamattina il premier Giuseppe Conte ha parlato di Alitalia con il vicepremier del M5S Luigi Di Maio ministro dello sviluppo. Salvini aveva lasciato la riunione dopo l’esame del dossier dedicato all’economia. Fonti della Lega hanno quindi affermato che «sono state valutate le opzioni sul tavolo, prioritariamente le manifestazioni d’interesse pervenute, per definire presto la questione».
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