Cambiano le giunte, ma i metodi restano sempre quelli: il verbale del Tavolo di monitoraggio della Sanità viene tenuto segreto, e vengono distribuiti ai media solo gli stralci favorevoli alla Regione. Accadeva con la giunta D’Alfonso, accade anche oggi con Marsilio.
Maperò è venuto però in possesso del Verbale completo relativo ai tavoli di monitoraggio del 28 marzo e 9 aprile 2019. E non è tutto rose e fiori. La Regione presenta a conto consuntivo 2017 un disavanzo di 42,110 milioni di euro. Ma all’esito di spostamenti di somme e coperture a valere, ha assicurato l’equilibrio economico con un avanzo di 0,300 milioni di euro. Ma a questo punto cominciano le note dolenti.
Il ministero della Salute ribadisce la censura sulla mancata emissione delle note di credito e rinnova l’invito alla Regione a non ripetere “l’inerzia aziendale” nel futuro, inerzia che ha determinato un nuovo disallineamento di 27,845 milioni di euro. Tanto che il risultato di gestione del 2017 è rideterminato in un disavanzo di 44,047 milioni di euro. Il ministero non valuta la copertura prevista come adeguata. E a tal proposito ricorda che
“le decisioni assunte dai Tavoli rivestono carattere di ufficialità e possono comportare anche effetti sanzionatori, e invitano pertanto la Regione ad avere comportamenti rispettosi del ruolo istituzionale demandato dalla legislazione vigente”.
Un altro rilievo riguarda la rete territoriale: il ministero è ancora in attesa del documento di programmazione regionale che avrebbe dovuto essere trasmesso entro il 15 gennaio scorso. Manca all’appello anche la comunicazione dell’avvenuta chiusura del percorso nascite di Sulmona. E anche in merito agli accreditamenti delle strutture sanitarie private, il ministero sottolinea che la Regione non si è ancora allineata alle prescrizioni e non ha comunicato nulla sulla sottoscrizione dei contratti.
E proprio sul rapporto con i privati, il Ministero si fa più deciso: non è la prima volta che i tecnici sono costretti a sollecitare la Regione perché inserisca nei contratti la clausola di sospensione dell’accreditamento “in caso di mancata emissione delle note di credito nei confronti degli erogatori privati accreditati inadempienti”.
E a tal proposito chiedono una relazione dettagliata che evidenzi per ciascun erogatore la procedura di legge in corso “in merito al processo di sospensione dell’accreditamento”. Insomma secondo il Tavolo, continuano a esserci “alcune carenze nella governance regionale riguardo al rapporto con gli erogatori privati accreditati, con riferimento alle incongruenze tra fatturato e dati di attività trasmessi all’agenzia sanitaria regionale, lo sforamento del budget regionale per le prestazioni da privato e alla mancata ricezione delle note di credito”.
Ma il Tavolo nota anche che ci sono delle discrepanze tra il dato contabilizzato dalle aziende “per trasmissione tardiva delle fatture/note di credito da parte dei privati” e ribadisce la richiesta di chiarimenti in merito agli accordi di confine previsti dalla legge di stabilità.
Non solo: chiarimenti sono stati richiesti anche in merito alla rilevazione del ticket per le prestazioni dei privati accreditati, dal momento che
“per le medesime prestazioni il servizio sanitario regionale rimborsa la quota al netto del ticket che viene incassato dalla struttura nel momento di erogazione delle prestazioni”.
C’è un’altra grande lacuna nella Regione Abruzzo secondo il ministero: manca un piano di fabbisogno per la definizione dei piani di assunzione. E per questo viene chiesto conto all’Abruzzo delle recenti assunzioni, tanto più che il totale complessivo della spesa per le assunzioni “non appare coerente con l’importo per la spesa annua complessiva per il personale”.
Ma poi è praticamente impossibile, sottolinea il ministero, che i piani di fabbisogno di personale vengano approvati prima di aver completato l’attività programmatoria delle rete ospedaliera e dell’emergenza-urgenza. La Regione Abruzzo invece, “procede comunque come se avesse già uno strumento programmatico per la definizione dei piani di assunzione”.
ps: no, non è tutto rose e fiori. Tutt’altro.
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