Incidenti mortali sul lavoro, i numeri italiani e abruzzesi


Malandra (Cisl): "Calo in Abruzzo? Solo casualità, ancora moto da fare sulla prevenzione"


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
27/09/2018 alle ore 07:24

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Secondo l'ultima stima divulgata dall’Inail solo ad agosto il numero di vittime (34) in incidenti plurimi è stato pari a quello dell’intero periodo gennaio/agosto 2017. In Abruzzo calo significativo, ma Leo Malandra, segretario regionale della Cisl, avverte: “È solo un caso fortuito”. 

Gli incidenti sul lavoro stanno aumentando, e non è certo una buona notizia. È la stessa Inail a divulgare una statistica secondo la quale solo ad agosto 2018, le vittime in incidenti plurimi, 34, siano pari a quelle del periodo gennaio/agosto 2017. I primi 8 mesi del 2018 hanno fatto salire il numero dei morti sul lavoro a quota 713, 31 in più rispetto al 2017.

Quest’anno si sono verificati 15 incidenti plurimi in cui hanno perso la vita ben 60 lavoratori, rispetto agli 11 incidenti plurimi del 2017. E ancora il crollo del ponte Morandi a Genova e gli incidenti stradali avvenuti in Puglia, in cui hanno perso la vita braccianti stranieri.

In Abruzzo, invece, c’è stato un calo significativo di morti sul lavoro, da 32 a 18.

Sarà perché qui c’è maggiore sicurezza? Il segretario regionale della Cisl, Leo Malandra, commenta così: “Gli incidenti mortali in Abruzzo sono calati, probabilmente per una casualità e non certo perché la nostra regione sia migliore delle altre in termini di prevenzione e sicurezza sul lavoro. È molto importante lavorare sulla prevenzione con l’Inail, soprattutto nei posti di lavoro, sul territorio, e per farlo c’è bisogno di fondi. La cultura della prevenzione manca soprattutto nelle piccole aziende delle quali noi siamo pieni. Basti pensare che il 50% delle persone lavora nelle micro imprese…lì, chi pensa alla sicurezza?”.

E ancora: “La sicurezza è maggiore nelle medie e grandi aziende rispetto a quelle piccole. È necessario quindi fare controlli a tappeto sul territorio, affinché si verifichi se c’è il rispetto delle suddette norme. C’è chi è preposto a fare tali controlli, capisco la carenza di uomini e mezzi, però la necessità è quella, se si vuole evitare il problema di uscire e la mattina e non sapere se si tornerà a casa la sera”.

 

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