Civismo, territori ed Europa: ecco il tris d'assi per il centrodestra


Bar Camp di Impaginato e Fondazione Tatarella: gli interventi e le proposte


di Anna Di Donato
Categoria: ABRUZZO
25/09/2018 alle ore 17:03

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Prima gli italiani era uno slogan di Alleanza Nazionale, oggi è un caposaldo della Lega. Sia chiaro, non è colpa della Lega, è la destra che ha accusato un vuoto. Che va colmato, magari con la ricetta del civismo.

Ecco il seme lanciato dopo il Bar Camp promosso a Pescara da Impaginato.it e dalla Fondazione Tatarella: una maratona di interventi, con la formula tanto cara agli accademici, che ha visto presenti tutti i protagonisti del centrodestra abruzzese, ex ministri ed ex parlamentari provenienti dalle file di An, dirigenti politici di altre regioni, giunti in Abruzzo per testimoniare la voglia che il centrodestra ha nel serrare le fila e provare ad affrontare un'altra svolta, alla vigilia di due appuntamenti elettorali significativi come le regionali di febbraio e le europee di maggio.

Una tre ore di politica pura, condita da approfondimenti, analisi, ragionamenti anche aspri e franchi ma che hanno avuto il pregio di fare luce sulle decisioni degli ultimi giorni, come la scelta di affidare a Fdi il candidato unitario del centrodestra per le regionali abruzzesi, o su quei curvoni della storia che stanno investendo cittadini e imprese, come la globalizzazione e il futuro dell'Europa.

 

FABRIZIO TATARELLA (vicepresidente Fondazione Tatarella)

«È una piacevole coincidenza tenere oggi questo convegno dopo la ritrovata unità del centrodestra. È importante anche all’interno del comunicato diramato il 20 settembre scorso da Berlusconi, Meloni e Salvini, la volontà non solo di andare da soli alle prossime regionali che si terranno il 10 febbraio 2019 (giornata in ricordo dei Martiri delle Foibe). Come insegnava Pinuccio Tatarella, il centrodestra vince solo se è unito. Nel comunicato si parla di cornici valoriali, tra cui spicca il presidenzialismo, che è uno dei collanti del centrodestra. Il centrodestra può vincere se riparte da una volontà di stare insieme».

 

MARIO LANDOLFI (ex ministro Telecomunicazioni)

«Dubito fortemente che Salvini abbia l’idea di ritornare nel centrodestra anche per quello che riguarda la competizione nazionale. Il vertice di Arcore ha richiesto che il Governo gialloverde applichi politiche di centrodestra, ma com’è possibile questo? L’unico accordo che ha senso di tale vertice è quello per le regionali che deve essere calato nella realtà, deve trovare approvazione da parte dei territori. Voi pensate davvero che Salvini, oggi accreditato col 33/34 % dei voti, con un partito che in 3 mesi ha raddoppiato il proprio consenso elettorale, possa un domani, in questa posizione, tornare a fare il centrodestra come se tutto questo fosse stato una parentesi? La realtà è che Salvini utilizza giustamente, abilmente, il doppio forno che gli consente l’attuale situazione, per fare la sua battaglia all’interno del Governo».

 

SILVANO MOFFA (ex sottosegretario alle Infrastrutture)

«Al di là dell’apparente unitarietà che ogni volta viene sventolata come vessillo il centrodestra non c’è più. Si è chiusa una fase storica, sono accadute tante cose sia a prescindere da noi, sia spesso per colpa nostra. Bisogna avere il coraggio di ammetterlo, perché le forze politiche che hanno avuto la possibilità di costruire un modello di governo nel nostro Paese negli anni addietro hanno anche delle grandi responsabilità per ciò che è accaduto e sta accadendo ora. La Lega non sarebbe arrivata alle percentuali che oggi vengono indicate se non ci fosse stata in qualche modo una sostanziale scissione di quel mondo di destra che per tante vicende che è inutile ripercorrere perché sono all’interno della coscienza di ognuno di noi, ha lasciato sostanzialmente campo libero su alcuni temi che poi hanno toccato la sensibilità del popolo italiano. Per quanto riguarda l’Abruzzo, esso ha bisogno di ritrovare la capacità di programmare e pianificare sui territori, di non vivere alla giornata, anche se ci sono emergenze che costringono ad essere affrontate. Chi continua a ragionare in termini di emergenza non costruisce futuro, soprattutto per le nuove generazioni. Ecco perché il civismo potrebbe costituire l’elemento di novità che dall’Abruzzo si possa irradiare nel resto del Paese, per costruirla davvero una nuova alleanza con Salvini certamente, ma senza mettere in campo gli errori del passato».

 

GIUSEPPE BELLACHIOMA (deputato e segretario Lega Abruzzo)

«In Abruzzo lo scenario è diverso da ciò che avevamo pensato. Siamo un po’ delusi, e non lo dico perché sono il vicesegretario della Lega e l’uomo di fiducia di Matteo Salvini, lo dico perché in questo momento abbiamo un’occasione unica, ossia riprenderci la Regione Abruzzo dopo 5 anni di un governo copia e incolla, di governi che hanno preceduto questo governo, con una gestione inconsistente e clientelare.

Chi ci dovrà rappresentare in questo centrodestra e chi dovrà spingere la coalizione spero sia un profilo autorevole e che questa scelta ci veda partecipi nella condivisione. Il mio timore è che non ci sia solo una realtà dei 5 stelle fortissima che gode di grande consenso in Abruzzo. Dobbiamo far capire agli elettori di centrodestra che le battaglie si convincono portando i sacrifici di ognuno di noi. Al di là delle scelte fatte, la Lega scenderà in campo con ogni forza possibile per permettere a questo centrodestra che auspico forte e coeso, non soltanto fatto di partiti storici ma anche di forze civiche, di vincere questa battaglia e ridare dignità e speranza al popolo abruzzese».

 

FABRIZIO DI STEFANO (deputato XVII Legislatura)

«La scelta del candidato sarà decisa non in base all’appeal del nome ma in base alla sigla. Non basta vincere le elezioni. C’è bisogno di programmare, pensare, capire cosa proporre per rimettere in sesto la barca. Qui si tratta di agganciare una barca alla deriva per provare a farla veleggiare. Come? Partendo dai territori, confrontandoci con loro e rimettendo al centro idee e valori».

 

 

LORENZO SOSPIRI (consigliere regionale Fi)

«Ritengo che attualmente, la dinamica di Salvini premier, che è un qualcosa e la Lega, che è un qualcos’altro, non siano ancora sufficienti a rappresentare il consenso maggioritario nell’area di centrodestra che in potenza c’è in Italia e in Europa.

Credo che un centrodestra possa esserci, non so in quale forma aggregata o processo di elaborazione ma non vedevo l’idea di creare una nuova unica forza di centrodestra come il male assoluto. In un grande partito conservatore come avviene in tutto il mondo, di fatto ci sono anime più liberali, più sociali, con una visione più vicina alle dinamiche della scienza, più cattoliche, con radicamento nazionale o regionalistico».

 

ETELWALDO SIGISMONDI (segretario FDI Abruzzo)

«Non so se il centrodestra esista ancora oppure no. Quando noi parliamo giustamente di un fenomeno che in Abruzzo rappresenta delle percentuali altissime, ossia il fenomeno grillino, dico che i 5 stelle non sono nati dal nulla sono la risposta a quella politica che risposte non aveva dato. I 5 stelle sono stati frutto di una nostra responsabilità.

Le persone vogliono determinazione nel cambiare le cose. Il centrodestra deve essere unito e la determinazione nel cambiare le cose deve essere il primo monito a tenerci uniti per riuscire a risollevare l’Abruzzo».

 

 

FRANCESCO PROIETTI COSIMI (deputato XVI Legislatura)

«Credo che in questo centrodestra non ci sia la destra. Mi auguro che ripartendo dai movimenti civici in Abruzzo, con riferimento a quello di Toto, spero vi sia la possibilità di guardare oltre l’Abruzzo e soprattutto all’Italia.

Liberare l’Abruzzo significherebbe liberare l’Italia, perché il nostro Paese ha bisogno di essere più sicuro e rispettato all’estero, più rispettoso della propria cultura e delle proprie tradizioni».

 

 

 

 

 

ANDREA CAROPPO (segretario Lega Puglia)

«Tra le varie opzioni di governo del Paese è stata scelta un’opzione di Governo Lega-5 Stelle e da un punto di vista tematico-culturale, per chi come me e tutti voi ha principi e valori è stato un passo utile e fondamentale. Primo perché si è data dimostrazione che ci può essere una nuova gestione dell’immigrazione e mi auguro vi sarà occasione di avere una nuova gestione politico fiscale e previdenziale, ma sono già contento che vi sia una moratoria sui temi etici e sui temi di uno pseudo ambientalismo».

 

DANIELE TOTO (deputato XVI Legislatura)

«Non è colpa della Lega se in qualche modo il centrodestra che era non c’è più. Quel centrodestra come lo conoscevamo non esiste più, e noi dobbiamo farne tesoro, perché dobbiamo ripartire ma per farne tesoro non possiamo immaginare che ognuno di noi aderisca con un’adesione estemporanea a un progetto che oggi è assolutamente predominante perché faremmo un torto a quel progetto. Il confronto in politica è fondamentale per far crescere i partiti. Come si fa? La politica è rappresentanza e dobbiamo avere il coraggio di confrontarci con il territorio.

La vera partita non è l’Abruzzo, è l’Europa. A maggio un’Europa costruita da socialisti e democristiani si scontrerà con una forza che vuole un’Europa nuova e se in Italia uno dei Paesi fondatori, vincerà quella forza riformista in Europa, la storia cambierà. Noi dobbiamo cercare interpreti che rappresentino quel filo che parte dall’Abruzzo, che arriva all’Europa e che vadano a dialogare nelle migliori condizioni possibili: Abruzzo, Molise, Basilicata, Campania, Calabria e Puglia.

Un tesoro immenso di popolazioni portatrici di istinti e istanti che devono, possono e vogliono essere rappresentati in Europa per dare un futuro differente. Quindi sì l’Abruzzo, ma anche l’Europa. Mi è piaciuta molto la metafora di Di Stefano: la barca. Il nostro viaggio è un viaggio difficile. Noi siamo su una barca è vero, ed è piccola, ma è fasciata di remi che sono le nostre identità, le nostre empatie, il nostro passato e questi remi sono capaci di affrontare una tempesta perché il viaggio è in tempesta.

Come scriveva qualcuno: è nel buio della notte che la luce del lampo fa vedere il muscolo del marinaio e il vero marinaio si vede nella tempesta e, quant’è vero il nostro passato, noi, prima di essere schiuma che si infrange sugli scogli, saremo onda indomabile».

 

 

 

 

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