Maltauro, nuova tegola sul project financing


Tocca di nuovo all'Anac (che già aveva aperto una procedura di inchiesta) e alla Corte dei Conti occuparsi del caso


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
21/06/2018 alle ore 10:00

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C’è un nuovo esposto dei Cinquestelle contro il project financing dell’ospedale di Chieti. Lo firma Sara Marcozzi: tocca di nuovo all’Anac (che già aveva aperto una procedura di inchiesta) e alla Corte dei Conti occuparsi del caso Maltauro.

La Regione non rispetta il nuovo codice degli appalti, dice la consigliera regionale grillina. Primo, perché la Regione non ha competenza sull’attività programmatoria della Asl in materia di project financing: “Spettano alle regioni e alle province autonome – dice l’articolo 2 -nel rispetto dei principi stabiliti dalle leggi nazionali, le funzioni legislative ed amministrative in materia di assistenza sanitaria ed ospedaliera.

Spettano in particolare alle Regioni la determinazione dei principi sull’organizzazione dei servizi e sull’attività destinata alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, le attività di indirizzo tecnico, promozione e supporto nei confronti delle predette unità sanitarie locali ed aziende, anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie”.

Ma non solo: il nuovo codice degli appalti non prevede più la dichiarazione di publico interesse, che in ogni caso sarebbe spettata alla Asl.

Quindi ora è compito della Asl di Chieti e non certo della Regione, valutare “la fattibilità della proposta”.

Una nuova tegola sull’operazione Maltauro. La Marcozzi insiste sul punto: la Regione non può in nessun caso sostituirsi ai poteri della Asl, non poteva farlo quando ha avocato il fascicolo esautorando il manager della Asl di Chieti e il suo rup (responsabile unico del procedimento). E a maggior ragione non può erogare alcun contributo, mentre ha previsto un finanziamento di 30 milioni di euro. E spetta sempre alla Asl bandire la gara, e in quella sede è sempre la Asl che deve stabilire se è necessario “un contributo pubblico oppure la cessione di beni immobili”.

Insomma il presidente-tuttofare si sarebbe allargato troppo, a detta dei Cinquestelle, tanto più che il prezzo dell’opera deve essere eventualmente pagato dalla Asl con risorse proprie, altrimenti, se lo facesse la Regione, si tratterebbe di danno erariale ai danni dello Stato e della collettività.

Niente, la Regione va avanti per la sua strada e anzi rilancia: proprio ieri ha pubblicato una delibera del 12 giugno scorso in cui stabilisce il vincolo di utilizzo sulle economie di spesa di tre cartolarizzazioni, che serviranno a coprire i canoni annuali dei project financing di Chieti, Lanciano, Vasto e Avezzano. Una delibera con molti punti oscuri: intanto molte di queste opere saranno pronte a partire dal 2025, alla faccia dell’urgenza e della pericolosità dell’ospedale di Chieti, e inoltre nell’atto di giunta si fa riferimento a una delibera precedente che non è stata pubblicata e non si sa cosa contenga.

Non solo: anche la nota dell’assessore Paolucci, a cui si fa riferimento nella stessa delibera per giustificare l’obiettivo, è un oggetto misterioso. Come misterioso è il fatto che in calce ci dovrebbero essere le firme dei due dirigenti, indicati nell’atto, e cioè Ebron D’Aristotile e Giovanni Farinella, ma c’è solo quella di Farinella.

Secca la replica dell’assessore Silvio Paolucci, che la butta in cacciara (elettorale) in puro stile dalfonsiano:

Suggerisco al Movimento 5 Stelle abruzzese, se proprio tiene alla politica della denuncia continua, di presentare esposti sullo Stadio di Roma. Quanto alla sanità, oltre che presentare disegni di legge ridicoli nel merito e nella forma, auspico facciano qualcosa di più serio stanziando soldi pubblici per la realizzazione degli investimenti di edilizia sanitaria che tanto servono all’Abruzzo.

Ricordo che il duo Renzi-Gentiloni ha stanziato per gli ospedali abruzzesi – solo sull’ex articolo 20 – già 143 milioni di euro, laddove il governo di Forza Italia mise euro zero. Attendiamo che fondi cospicui vengano stanziati dal governo Lega-5 stelle.

Evidentemente sia la Lega che i 5 stelle – che hanno consegnato il governo alla destra – non vogliono che si realizzino investimenti in sanità, perché in alcun modo hanno mai proposto una soluzione o una proposta reale, soldi alla mano: sanno dire soltanto no.

ps: magari ben vengano i sì, ma rispettando leggi e regolamenti.

 

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