Dalfy sistema la sua segretaria


Non è la prima, non sarà l'ultima. Soltanto due giorni fa ha nominato un nuovo commissario all'Aric, Fabio Adezio, uomo di Federica Chiavaroli


di Lilli Mandara
Categoria: Maperò
25/04/2018 alle ore 11:55

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Una nomina tira l’altra. Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul motivo che induce Luciano D’Alfonso a mantenere il piede in due staffe, presidente di Regione in Abruzzo e senatore a Roma, eccolo spiegato: da ieri la sua fedelissima segretaria Marianna Di Stefano è stata assunta in via definitiva dalla Regione come dirigente della struttura di coordinamento e raccordo istituzionale del presidente.

Non è la prima, non sarà l’ultima. Soltanto due giorni fa Dalfy ha nominato un nuovo commissario all’Aric, Fabio Adezio, uomo di Federica Chiavaroli che continua a dettare legge anche dentro la Regione nonostante abbia riportato alle ultime elezioni un risultato pari allo zero virgola. E in queste ore il governatore si prepara a nominare il nuovo presidente della Saga.

Nomine last minute, date all’estrema unzione, soltanto per assicurare un futuro ai suoi fedelissimi di nomina politica o ai fedelissimi dei suoi (pochi) sostenitori. Con la differenza che quella della Di Stefano è una vera e propria assunzione, con i gradi di dirigente che non aveva quando lavorava in Comune.

La manfrina che aveva consentito alla Di Stefano, grazie all’occhio di riguardo e alla passività del sindaco di Pescara Marco Alessandrini, di essere distaccata dal Comune (di cui era dipendente) alla Regione, e c cioè il monitoraggio degli interventi finanziati con i fondi regionali, è finita: grazie all’approvazione del consuntivo 2016, Dalfy ha potuto sistemare la sua segretaria.

La denuncia è del capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli: “La carnevalata è finita, il governatore ha potuto dare il via libera alla riassunzione della Di Stefano in Regione e il Comune non deve più pagare lo stipendio a una dipendente che da quattro anni lavora in forza alla segreteria del presidente in virtù di un distacco a comando. Resta l’amarezza e lo sconcerto per un sindaco, Alessandrini, che si è prestato ai giochetti amministrativi del governatore, ma a spese dei pescaresi”.

Sarà la Corte dei Conti a questo punto, ricorda Antonelli, a pronunciarsi sulla legittimità di questo giochetto, fatto aggirando il blocco delle assunzioni.

E a questo proposito l’assemblea dei dirigenti Direr della Regione proprio ieri ha espresso “un giudizio negativo sull’amministrazione del personale della giunta D’Alfonso. Dall’inizio della legislatura abbiamo assistito ad un susseguirsi di riorganizzazioni che hanno disgregato la macchina regionale rendendo difficile la gestione quotidiana ed il rapporto con l’esterno. A volte le stesse riorganizzazioni sono state in realtà finalizzate a rendere vani i principi posti a tutela delle regole per il conferimento, la revoca e la durata degli incarichi dirigenziali (vedi la sentenza che ha obbligato il reintegro del Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura).

E’ sempre mancata trasparenza e chiarezza, aggiunge la Direr, sugli incarichi dirigenziali. Sconcerto esprimono i dirigenti sulla “riapertura dei termini” di molti bandi, che consistono in una “nota di precisazione del presidente” che andrebbe a chiarire i requisiti richiesti “ai fini della partecipazione alla procedura selettiva”. Il principio di separazione tra indirizzo politico ed attività gestionale con Dalfy si va a fare benedire. E in ogni caso prima di nuovi ingressi esterni, il sindacato chiede lo scorrimento delle graduatorie:

“C’è qualcosa che non funziona e che non ha funzionato gestione della dirigenza della Regione voluta dal Presidente D’Alfonso e le pronunce dei giudici che fanno giustizia sulla questione degli incarichi sono comunque indice di una mala gestione”.

 

ps: mala gestione: la telenovela non è finita.

 

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