Altro schiaffo (della Corte dei Conti) alla Regione: sulla sanità ha fallito


La Giunta sembra collezionare tirate di orecchie, i giudici contabili: "Nessuno degli otto obiettivi raggiunti, enormi ritardi per ridefinizione della rete"


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
30/03/2018 alle ore 10:04

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Altro schiaffo (della Corte dei Conti) alla Regione Abruzzo: sulla sanità non sta centrando gli obiettivi. La Giunta sembra collezionare tirate di orecchie, come si evince dalle parole dei giudici contabili: “Nessuno degli otto obiettivi raggiunti, enormi ritardi per ridefinizione della rete”.

Significa che in questa partita la politica, le polemiche, le diatribe personali, le liste elettorali contano davvero poco: qui si tratta di amministrare e sforzarsi di farlo bene, mentre invece in un comparto assolutamente dirimente per le sorti dei cittadini, come la sanità, si naviga ancora a vista e anzi non si “toccano i porti” compresi nelle intenzioni iniziali.

La Corte ha analizzato gli otto obiettivi assieme a più di duecento misure specifiche, inserite all'interno del Piano di riqualificazione. Il riferimento è alla gestione dei pazienti cronici il più possibile a domicilio, alla riqualificazione della rete ospedaliera puntando su sicurezza ed efficienza, agli investimenti in selezione, alla formazione e valutazione delle risorse umane, all'accelerazione degli investimenti in infrastrutture e tecnologie, alla scelta di privilegiare il contatto diretto con il paziente, alla certificazione dei bilanci e della qualità (outcome) del Sistema sanitario regionale, alla garanzia di tempestività e correttezza nei rapporti con i fornitori.

Si fa però sempre più evidente una logica che sta caratterizzando il timone di comando dell'ente: se su un piano così basilare come quello sanitario e delicato, proprio perché tocca il diritto alla salute, la Regione vacilla producendo anche gli strali della Corte, figurarsi su altro cosa potrebbe accadere (e che in parte è già accaduto, come sulle nebulose promesse del Masterplan).

E'come se si fosse incrinato il rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni. E'come se non si chiama il medico quando il proprio figlio ha la febbre. Una condotta da servizi sociali.

 

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