Ancora simbolo delle dinamiche politiche e partitiche future. Lo avevamo osservato a spoglio ancora in corso: Pescara è icona e termometro dell'Abruzzo, non fosse altro che per il suo dna e la vivacità che, nonostante la depressione politica, c'è ancora in cittadini, imprese e mondo associativo.
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L’accerchiamento da parte delle opposizioni di centrodestra e di Cinquestelle sulla giunta comunale è fatto evidente, troppo macroscopica la difficoltà valoriale e umana in cui è crollato il Pd. Le percentuali elettorali sono state solo la certificazione numerica di un trend che era evidente in tutte le province.
Basta andare indietro con la mente alle contestazioni subite dal governatore, come quella di Atessa per il pasticcio sull'ospedale. Cattiva comunicazione? Pregiudizi? Più che altro voglia di promesse e tagli di nastro, che oggi presentano il conto.
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Le dimissioni dell’assessore alla Mobilità e all’Urbanistica Stefano Civitarese sono la prima picconatura al Comune di Pescara. Altre ne seguiranno, perché è chiaro che questo Pd non ha gli strumenti politici e valoriali per parlare con la gente, per rassicurare i commercianti, per attirare i turisti, per allestire il wi fi alla stazione ferroviaria, per organizzare finanche una navetta per chi dopo le ore 20 arriva in aereoporto. Tra le altre cose...
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