Elezioni Figc, nel tris per il dopo Tavecchio anche l'abruzzese Gabriele Gravina


Parla il 65enne imprenditore e attualmente al vertice della terza serie, che è stato il presidente di quel Castel di Sangro dei miracoli


di Federica Rogato
Categoria: Sport
22/01/2018 alle ore 13:45

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E' iniziato il countdown. Tra una settimana la Figc sarà chiamata a nominare il nuovo presidente federale cui spetterà l'arduo compito di far risorgere un movimento che negli ultimi anni è riuscito, davvero, a toccare il fondo.

Lontano anni luce da quel calcio vincente di un paio di lustri fa, il calcio di casa nostra arranca, ma non si arrende, spinto dalla passione incondizionata e innata del Bel Paese che continua a produrre grandi numeri, e di tesserati e di fatturato.

 

LA CHIAMAVANO TRINITA'

Gabriele Gravina, Cosimo Sibilia e Damiano Tommasi: sono i tre nomi per un solo posto. Rispettivamente presidenti di Lega Pro, LnD e Aic potrebbero, però, in queste ore, regalarci anche un coup de théâtre proponendo eventuali alleanze per assicurarsi una buona chance di riportare a casa il risultato.

 

GRAVINA DEI MIRACOLI

Gabriele Gravina, sessantacinque anni, imprenditore e attualmente presidente della terza serie, è stato il presidente di quel Castel di Sangro dei miracoli che regalò a un paese di quasi seimila anime il sogno del calcio cadetto. Una storia - che sul finire degli Anni '90 - aveva appassionato il mondo calcistico e testate di ognidove. Messo, però, il sogno nel cassetto le sue proposte per il sistema calcio sembrano molto concrete.

Non sarà di certo facile scardinare anni di (cattive) abitudini e di una programmazione poco attenta a dare uno sguardo a quello che stava accadendo nelle altre federazioni europee per capire che, purtroppo per noi, il vento dei risultati stava cambiando. Ma per il presidente Gravina, in tre parole, come deve essere il sistema calcio?

 

DAMMI TRE PAROLE

"Dico Sostenibile, cioè in grado di ottimizzare il proprio prodotto con investimenti mirati e proiettati alla crescita, - ha spiegato il numero uno della Lega Pro - coeso, in cui vi sia condivisione dell'azione e non quell'arroccamento su posizioni di singolo vantaggio che ne hanno bloccato la crescita; smart, cioè aperto al mondo e alle innovazioni".

Crescita di redditività e di qualità tecnica per puntare alla sostenibilità, ma anche la necessità di riforme in tutti gli ambiti: questa è certamente la necessità a breve termine perché, come ha tenuto a precisare Gravina, bisogna "innanzitutto riattivare il quadro di relazioni con i vari stakeholders, primi fra tutti quelli istituzionali, per avviare le riforme, dei campionati, dello statuto, della giustizia, dei controlli o delle normative; attivare un grande progetto di valorizzazione dei giovani; rimettere in pista la Nazionale".

 

TROVARE SOLUZIONI E NON POLTRONE

Leggendo il suo programma si scorge questa decisa volontà di cambiare davvero un modus operandi, una voglia di restituire a questo calcio tutte le soddisfazioni che è riuscito a conquistare in questi anni prima come massimo dirigente di un club, poi come dirigente della nazionale italiana e oggi come presidente di Lega C.

Ma potrebbe essere lui l'uomo giusto per la Figc? "La mia non vuole essere una posizione di preferenza. Attraverso la "piattaforma programmatica" che rappresenta il mio programma, mi sono messo a disposizione del mondo del calcio, che tanto mi ha dato e che rappresenta una parte importante della mia vita. L'ho fatto senza interessi né personali né di categoria, con la trasparenza di chi vuole trovare soluzioni ai problemi in maniera trasversale e di chi vuole mettere in pista un'idea da condividere e non una spartizione di poltrone. Non so se i tempi sono maturi per cogliere questo messaggio, ma io sono orgoglioso di aver rotto gli schemi e cercato di indicare una strada nuova da percorrere".

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