A24/A25, altro che proposte irricevibili, eccone un'altra per il territorio


Sdp: usare ricavi destinati ad ANAS per l'istituzione di un Fondo a favore degli utenti


di Leone Protomastro
Categoria: ABRUZZO
12/01/2018 alle ore 09:52

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Altro che proposte irricevibili, come le aveva definite il ministro dei trasporti Graziano Delrio. Il ventaglio di opzioni avanzate da Strada dei Parchi si arricchisce di un altra possibilità: usare ricavi destinati ad ANAS per l’istituzione di un Fondo a favore degli utenti.

Come dire che chi si è messo nell'angolo lo ha fatto da solo e, oggi, rischia a prendersela con chi invece si dice pronto al dialogo per risolvere la questione.

Il prossimo 15 gennaio ci sarà un l'ennesimo incontro convocato dal Ministero per affrontare i temi delle tariffe e del nuovo Piano Economico Finanziario (PEF), ma l'auspicio è che si giunga a quel tavolo con le norme ben chiare.

Il riferimento è all’incremento del 12,8% deciso dal MIT quest’anno che costituisce la somma degli incrementi tariffari previsti dal contratto, da sempre noto al Ministero e alle Regioni, bloccati negli ultimi tre anni ingiustamente, come stabilito dalle sentenze della Magistratura.

Qualora vi fosse stata la volontà e la lungimiranza di approvare il nuovo PEF, osserva Strada dei Parchi, le cose sarebbero potute andare diversamente a questo punto. Infatti da un lustro SdP attende la sua approvazione, come stabilito anche dalla Legge 228/2012, per sostenere le zone colpite dal terremoto nel 2009.

E'la ragione che ha spinto SdP ad avanzare diverse proposte di nuovo PEF al MIT, con aumenti tariffari ben inferiori agli incrementi del 4% annui proposti nella riunione Ministeriale di martedì scorso alla presenza della Regione Abruzzo e della Regione Lazio.

E osserva che le proposte di PEF “drammaticamente irrealistiche…che avrebbero comportato oneri per altri 6 miliardi e tariffe insostenibili per gli utenti”, a noi addebitate nel suo comunicato dal Ministero, non sono tra quelle da noi presentate, ma si riferiscono alla proposta definita e trasmessa, contro il nostro parere, dallo stesso MIT nell’aprile scorso al CIPE e bocciata dal NARS il 13 dicembre u.s., come comunicato dal MIT con nota del 5 gennaio u.s..”.

In quella stessa nota il Ministero comunicava a SdP la necessità di dover purtroppo ricominciare il confronto sul PEF. “A tale richiesta aderiremo, come sempre fatto, positivamente e propositivamente”.

A questo punto però il problema sembra essere un altro: c'è la possibilità che il Ministrro non sia stato ben informato dal precedente Responsabile della Direzione Generale per la Vigilanza sulle Concessionarie Autostradali (DGVCA) del MIT in quanto, come già detto, il PEF trasmesso al CIPE è quello richiesto dalla DGVCA con nota dell’8/11/2016 a cui la Società ha risposto, pur non essendo d’accordo sulla soluzione imposta dalla stessa DGVCA, con propria nota del 23/11/2016, facendo peraltro una serie di osservazioni.

E lo dimostra l’affermazione “Anche la proposta ricevuta ieri sera in extremis sostanzialmente richiede risorse pubbliche per la riduzione dei pedaggi…” che non dice che essa è stata presentata da SdP solo su richiesta del MIT e che al contrario non “richiede risorse pubbliche”, come afferma il Ministro, ma proponeva di destinare il canone concessorio che ogni anno SdP paga all’Anas, quando la titolarità dovrebbe essere del MIT stesso così come stabilito nella Legge del 2012, alla costituzione di un Fondo per il contenimento dei pedaggi sulle autostrade interessate dal terremoto.

SdP spiega che avrebbe continuato a pagare il canone, ma queste risorse con il Fondo sarebbero rimaste a servizio dell’Abruzzo e del Lazio, anziché versarle ad un Ente esterno. Dunque non si richiedevano risorse pubbliche, ma queste risorse, pagate dagli utenti di A24 eA25, sarebbero rimaste a servizio dell’Abruzzo e del Lazio invece che essere impiegate altrove come fatto fino ad oggi.

SdP quindi siederà al tavolo convocato dal MIT il 15 gennaio con grande disponibilità al confronto, “purché esso sia basato su dati reali, per trovare soluzioni condivise e sostenibili, ma senza accettare ulteriori gravami sulle tariffe autostradali che vedono già oggi, su 10 euro di pedaggio pagato dall’utente, riversare allo Stato 5,7 euro, mentre con i 4,3 € restanti SdP deve pagare le manutenzioni ordinarie, gli stipendi dei dipendenti, la remunerazione dell’investimento e quant’altro necessario per il mantenimento dell’Autostrada”.

 

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