Prostituzione tra Abruzzo e Marche: che c'è scritto nell'interrogazione di Melilla


Il deputato di Mdp accende un focus sulla Strada della Bonifica, soprannominata "Via dell'Amore"


di Redazione
Categoria: ABRUZZO
04/12/2017 alle ore 10:00

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Con la deputata marchigiana Lara Ricciatti, l'on. abruzzese Gianni Melilla (Mdp) ha presentato un'interrogazione sulla tratta delle schiave del sesso che si svolge al confine tra Abruzzo e Marche. L'interrogazione è stata sottoscritta da tutti i deputati di Mdp. Ecco il testo:

La Strada della Bonifica è una strada provinciale di circa 15 chilometri al confine tra Marche e Abruzzo, e che è paradossalmente soprannominata “Via dell’Amore” perché centinaia di donne ci lavorano giorno e notte come prostitute;

Sono soprattutto donne nigeriane, molte delle quali sono state portate illegalmente in Italia: sono sfruttate sessualmente per ripagare il debito contratto con la traversata e vengono convinte sia con le minacce che con la superstizione;

La strada è stata raccontata da un documentario pubblicato sul Guardian e girato da Piers Sanderson, regista inglese che vive da diversi anni a Senigallia con la famiglia;

Nel documentario si parla degli italiani che lavorano e vivono in quella zona, delle storie di alcune donne costrette a prostituirsi e di “On the Road”, la Onlus locale che da anni è impegnata su questa questione;

Il documentario – che prende il nome dall’associazione e che dura circa venti minuti – segue in particolare una donna, un’ex prostituta nigeriana che ora lavora come mediatrice culturale dell’organizzazione;

Le donne nigeriane vittime della tratta sessuale scappano dalla povertà e dalla mancanza di futuro in paesi molto popolosi dove solo una minuscola élite controlla la ricchezza e il potere;

Nella maggior parte dei casi partono con l’assicurazione di una nuova vita e di un lavoro che permetterà loro di ripagare il viaggio che hanno intrapreso;

Una volta arrivate in Italia vengono però ridotte alla schiavitù sessuale e occorrono fra i tre e i sette anni per ripagare i debiti (sono pagate circa 20 euro a prestazione): queste donne sono costrette a lavorare ogni sera e anche durante il giorno, spesso devono provvedere da sole a vitto e alloggio e vengono picchiate e maltrattate dai loro protettori o protettrici se non portano abbastanza denaro;

Se restano incinte, sono poi costrette a subire aborti praticati illegalmente e dunque non sicuri;

Uscire da questo meccanismo è molto complicato: la pressione psicologica legata al potere dei giuramenti sciamanici ha infatti in questo meccanismo un ruolo molto importante;

ci sono gli stretti controlli delle cosiddette madames, figure chiave nella rete dei trafficanti: raccolgono i soldi e controllano le azioni quotidiane di queste donne.

“On the Road” si è costituita come associazione di volontariato nel 1994 per rispondere all’incremento del numero di donne costrette a prostituirsi nel territorio della Bonifica del Tronto, al confine tra Marche e Abruzzo. Nel corso degli anni è diventata un’organizzazione strutturata formata oggi da circa cinquanta persone che lavorano sopratutto su tratta e sfruttamento, accoglienza dei migranti e violenza di genere;

Se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della situazione sopra descritta e quali iniziative intenda intraprendere per sostenere le Onlus che sul campo tentano di difendere le donne vittime di tratta e come intenda stroncare questa tratta di donne rese in schiavitù.

 

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