Promesse (regionali) e aiutini (di Stato) non bastano: in Abruzzo è allarme povertà (e spopolamento)


Lo conferma il rapporto Caritas Trivento: si assiste allo smantellamento dei servizi sociali e sanitari


di Paolo Falliro
Categoria: ABRUZZO
17/10/2017 alle ore 11:29

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Abruzzo e Molise unite da una contingenza dura e incontestabile: nonostante promesse (regionali) e aiutini (di Stato) la popolazione diminuisce, l'invecchiamentro galoppa, i servizi sono sempre di meno e la povertà diventa il marchio di fabbrica per una terra di mille chilometri quadrati.

Lo rivela il rapporto sulla povertà realizzato dalla Caritas di Trivento che ha acceso un focus su tre province (Chieti, Campobasso e Isernia) di montagna con l'amara realtà di ben 300 persone (su una popolazione complessiva di 37.000) che chiede aiuto alla Caritas per sopravvivere.

I numeri forniti da sindaci e parroci divergono: per i primi gli indigenti sono quasi tremila, per i secondi 871. Ma al di là dei dati, ciò che conta nell'economia complessiva del ragionamento è il trend: quelle zone rurali, con uno spopolameno oggettivo che dura da anni, con il lavoro che è sempre più un'utopia anche grazie alla miopia della governance regionale, con il conseguente deprezzamento della qualità della vita e quindi con la mortifazione dei servizi essenziali, sarebbero invece da recuperare. Come?

Con una strategia di implementazione socio-economica anche in chiave di turismo e di prodotti legati al territorio: sempre più giovani, come dimostrano i dati Istat, lasciano nel ripostiglio la laurea in lettere o in giurisprudenza per abbracciare l'avventura legata alle aziende agricole, alle masserie, alla valorizzazione delle eccellenze locali che tutto il mondo ci invidia.

Un passaggio chiave che i cittadini di molte regioni italiane come Veneto, Calabria, Puglia, Basilicata hanno compreso prima della politica. Che in quelle realtà, poi, si è adeguata alle richieste.

In Abruzzo invece la Governance regionale non ha ancora focalizzato che l'emergenza sociale può trasformarsi in tragedia economica, perché continuando nei ritardi atavici con cui si affrontano le problematiche di questa splendida terra resterà ben poco.

Non solo inverni lunghi e rigidi sono la causa di quello status quo dei Comuni in questione: ma la mancanza di progettualità strutturata che si intrecci con un sistema paese in rapida evoluzione e con i sommovimenti sociali che, gioco-forza, rappresentano dei veri e propri cambi epocali.

I pochi che decidono di rimanere in quelle terre sono sprovvisti di servizi, mezzi e quindi della fiducia: lo dimostra, a corredo, anche il tasso italiano di natalità più basso tra quelli europei, con 8 nati per 1000 abitanti.

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