Cosa c'è dietro i bisticci (abruzzesi e non) sul nuovo stadio di Pescara


Interessi, accuse, soldi, manovre chiare e oblique: lo sport come riflesso della politica?


di Silvia Grandoni
Categoria: ABRUZZO
05/10/2017 alle ore 18:37

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Che succede sul nuovo stadio di Pescara? Cosa si muove intorno (e lungo i sotterranei) agli interessi privati, alla politica, ai dubbi e alle certezze che toccano e lambiscono (influenzandolo) il progetto originario e quello che sarà definitivo? Ecco uno spaccato dei fatti allo stato dell'arte, condito da voci, dati, importi e possibili nomi di chi questa partita intende giocarla e non vuole proprio restare in panchina.

COME NASCE L'IDEA

Il disegno del nuovo stadio di Pescara è stato presentato ma rimangono le perplessità sollevate dal consiglio del Dipartimento di architettura sull’area scelta del Comune. Ad immaginare il nuovo impianto nella zona sulla pineta dannunziana, tra via Pantini, la Circonvallazione e Strada della Bonifica, è stato l’assessore all’urbanistica Stefano Civitarese Matteucci.

Una trovata risolutiva e intelligente, a detta di molti, dopo lo stop della Soprintendenza all’ipotesi di abbattimento e ricostruzione dello stadio Adriatico-Cornacchia sul quale sussiste il vincolo architettonico. Nessun timore quindi per il futuro della vecchia struttura di viale Pepe progettata da Luigi Piccinato, uno dei maggiori architetti italiani, che continuerà a vivere grazie all’atletica leggera e a concerti.

IL PROGETTO

Il progetto del nuovo stadio è stato presentato alcune settimane fa da Daniele Sebastiani del Pescara Calcio e da Umberto Sgambati, amministratore delegato della Proger, la società costituita da Onofrio Caputi, padre di Massimo Caputi (ex amministratore delegato di Sviluppo Italia) e Sergio Caputi (rettore dell’Università G. d’Annunzio Chieti-Pescara).

L’opera costerebbe fra i 150 e 200 milioni di euro e comprenderebbe un’area di 130 mila metri quadrati al confine con la ferrovia; una zona verde che implicherebbe anche la demolizione dello svincolo “a trombetta” della circonvallazione.

Il mega progetto va al di là della semplice destinazione d’uso sportiva il che ha ingolosito imprese di costruzione e professionisti: oltre allo stadio da 21 mila posti, la Curva Marco Mazza da 5230 spettatori e al parcheggio pubblico (900 posti a raso più 900 altri 900 interrati), vi saranno negozi, ristoranti e bar.

PROCLAMI

Per il patron del Pescara il nuovo stadio non sarebbe solo “l’occasione per affidare ai tifosi un impianto più sicuro e confortevole, in linea con le nuove regole dell’Uefa e con le recenti esperienze dei migliori club calcistici europei, ma anche – ha affermato Sebastiani- un’importante opportunità di sviluppo per la Città e la Regione”.

Vola ancora più in alto Sgambati che ha rappresentato la struttura come la futura trasposizione, o quasi, dello Juventus Stadium a Pescara, “un’opera destinata a diventare meta turistica di migliaia e migliaia di persone, indipendentemente dagli incontri di calcio", che da soli non bastano più a rimpinguare le casse della società sportiva. Tutto dovrebbe essere pronto in tre anni ( 24 mesi di lavoro preceduti da 12 mesi per il rilascio delle autorizzazioni).

LE PERPLESSITA'

Il 28 settembre il professor Paolo Fusero diffonde un “documento discusso e approvato all’unanimità nella seduta del Consiglio del Dipartimento di Architettura di Pescara” nel quale si contesta la localizzazione dell’impianto e si ammette che sarebbe stata cosa gradita discutere di scenari progettuali alternativi, anche su altre aree, “quando le decisioni erano ancora da prendere e non ora come strumento di acquisizione del consenso”.

I docenti di Architettura affermano di "non essere contrari alla realizzazione e nemmeno al progetto sotto il profilo strettamente architettonico", ma dichiarano di essere “molto perplessi in merito alla scelta localizzativa": le aree limitrofe alla riserva naturale della pineta dannunziana. "Realizzare una struttura complessa – si legge nel documento- come un nuovo stadio da calcio secondo i parametri Uefa (uno stadio che contiene oltre la destinazione d’uso sportiva con annessi parcheggi, altre funzioni private ad quelle es. commerciali) in un’area così delicata come quella adiacente la pineta dannunziana, secondo il Consiglio direttivo, è una decisione non in linea rispetto ad alcuni principi che pensavamo fossero oramai acquisiti non solo dalla comunità scientifica, ma più in generale dalla società civile".

ACCUSE E DIFESE

Le critiche sull’opera le ha espressi pure il Capogruppo regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri: manca il Piano economico-finanziario, fondamentale in tema di grandi opere. “Bene l’abbattimento dello svincolo a trombetta, bene la filovia, entrambe opere del centrodestra, bellino il disegno del nuovo stadio - dice Sospiri-. Peccato che nessuno ha detto chi paga la realizzazione del nuovo impianto sportivo, come si pagano gli espropri delle aree private, come si sviluppa la parte commerciale, e in cosa consiste l’edilizia privata. Quando ci daranno le carte e ci permetteranno di capire bene cosa prevede il progetto nella sua interezza, saremo ben lieti di cambiare il nostro giudizio sul progetto, giudizio che per ora resta fortemente negativo. Mancano i dati, mancano dettagli di primo piano, mancano i conti”, conclude il consigliere forzista.

LA REPLICA AL PROF. PAOLO FUSERO E AL CENTRODESTRA:  

“La collocazione dello stadio nell’area prossima alla pineta dannunziana, comunque a monte del rilevato ferroviario, è stata suggerita dall’amministrazione comunale. E’ a nostro avviso la migliore soluzione possibile alla luce della dotazione infrastrutturale che risponde in pieno ai requisiti richiesti dall’Uefa, ma siamo aperti al confronto, soprattutto con interlocutore di prestigio come l’Università”. Così replicano alle critiche espresse dal Dipartimento di Architettura Sgambati e il manager Antonello Ricci, coordinatore del progetto per conto del Pescara Calcio.

“Aspetti legati alla viabilità, ai collegamenti e alla vicinanza tra campo e servizi in un impianto all’avanguardia rappresentano requisiti decisivi per la realizzazione del nuovo stadio nell’area individuata dall’amministrazione comunale e in particolare dall’assessore Civitarese - aggiunge Ricci -. Uno stadio che funzioni due ore per una ventina di giorni l’anno è incompatibile con la realtà di oggi che richiede strutture che rispondano a criteri di economia e sostenibilità, ecco perché guardiamo con favore a un impianto supportato da una rete intermodale ferro-gomma-metropolitana leggera con parcheggio di scambio per alleggerire il traffico in centro”, conclude il manager.

Chiamato in causa dai docenti di Architettura, anche Civitarese si difende dalle obiezioni che riguardano il consumo di suolo e la tutela ambientale e paesaggistica: “Rispettiamo le opinioni del dipartimento e le consideriamo come un richiamo a prestare maggiore attenzione allo sviluppo del progetto, che non è ancora giunto alla sua fase definitiva, avendo cura di interferire il meno possibile con i delicati equilibri paesaggistico ambientali della pineta. Ogni momento di confronto sarà ben accetto. Parliamo comunque di un terreno al di là della barriera ferroviaria sul quale andrebbero a confluire arterie stradali e rete ferroviaria, oltre che la filovia e un ampio parcheggio di scambio”.

“Aggiungo, in risposta a quanto chiesto dal dipartimento, che sono state prese in considerazioni diverse soluzioni localizzative, anche fuori dal confine di Pescara. Ma questa è parsa la soluzione più opportuna. Non saranno spesi del Comune, ma la nuova opera sarà realizzata attraverso lo strumento della finanza di progetto al quale parteciperanno diversi partners, ad esempio B Futura e Credito sportivo”.

“Tutti i nodi saranno sciolti – promette Civitarese- a fine ottobre quando torneremo a chiarire alcuni aspetti che riguardano le aree del Masterplan”. Un ulteriore momento di confronto, invece, è stato annunciato dal Pescara calcio il prossimo 30 novembre.

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