Si intitola "Ossa" ed è l'ultimo libro dello scrittore atriano Giampiero Margiovanni, classe 1990. La sua opera sarà presente dal 9 al 13 maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino. Margiovanni ha preso parte, tra il 2012 e il 2016 partecipa a diversi concorsi letterari tra cui il Premio Giovani Autori – Fondazione Pescarabruzzo, Lettera d’Amore, ScriviamoInsieme di Roma, Premio Civitaquana e Incatenàti All’Arte in cui si classifica sempre tra i primi posti. Nel gennaio 2017 pubblica il suo primo romanzo “I sogni nelle lacrime” per la casa editrice Tabula Fati. Per saperne di più sulle sue opere e la sua passione per la scrittura, Impaginato ha intervistato l'autore.
Com’è nata la sua passione per la scrittura?
Prima della scrittura c'è stata di sicuro la passione per la lettura. Mi è sempre piaciuto molto leggere e immedesimarmi nelle storie e il vezzo per la scrittura è venuto quasi di conseguenza. Leggere tanto aiuta anche a espandere la fantasia e da lì mi sono ritrovato ad avere qualcosa di nuovo da voler raccontare.
A che cosa si ispira per scrivere i suoi romanzi?
Sono i dettagli a fare la differenza. Mi piace prendere dei frammenti di ciò che mi capita di vedere e sentire e da lì fare il percorso a ritroso, ritrovarmi poi con una storia nuova, totalmente diversa da quello che c'era all'origine di quel dettaglio, di quel punto si partenza.
“Ossa” è il titolo del suo ultimo libro. Di che cosa parla?
È una raccolta di 17 storie. È un grande carrozzone pieno di personaggi strampalati, ai margini della società, insoddisfatti, adolescenti innamorati e superficialotti, maniaci, artisti falliti e in cerca di successo, killer... C'è un po' di tutto insomma. In questi racconti si scava all'interno delle persone, negli aspetti più profondi e nascosti dell'uomo nelle sue paure e dei lati oscuri che cerca di tenere occultati sotto la pelle, proprio come le ossa.
Il tutto è nato un po' per caso. La mia idea, all'inizio, era quella di scrivere un secondo romanzo dopo 'I sogni nelle lacrime', ma ho voluto prima allenarmi un po' e farmi le "ossa" appunto scrivendo dei piccoli racconti. Alla fine mi sono divertito talmente tanto nello scriverle che ho deciso di provare a pubblicare. E grazie a edizioni Il Viandante è stato così.
Dal 9 al 13 maggio sarà presente al Salone Internazionale del Libro di Torino. Che cosa significa per lei?
Per me è una grande opportunità. Un bellissimo punto di partenza per poter dare seguito a un progetto importante per me come è OSSA. Sicuramente sarà anche un'opportunità di confronto con i lettori e spero anche con autori di maggiore esperienza.
Quale messaggio vuole trasmettere con le sue opere?
Mi piace avvicinare i lettori a quel dettaglio di cui parlavo prima e fare capire che nulla è lasciato al caso e che tutto porta a qualcosa di più grande rispetto a quello che inizialmente può sembrare.
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