Da sempre la portualità abruzzese è costretta a vivere, per scelte poco e mal ponderate, un ruolo subordinato sotto il profilo amministrativo alle gerarchie della portualità delle Marche, che indisturbata comanda e decide senza dare ascolto a richieste e voci provenienti dal nostro territorio.
L'Abruzzo, regione centrale ed oggettivamente cerniera tra il Nord e il Sud e tra l'Est e l'Ovest, meriterebbe senza alcun dubbio un ruolo certamente più importante e non così marginale, a tratti addirittura insignificante, vista la sua condizione geografica di “ponte naturale” collegante Tirreno-Adriatico, che mette insieme le aree retroportuali ed interne del Lazio e dell'Abruzzo in un corridoio logistico estremamente funzionale.
Perciò il cambio di autorità portuale per i porti abruzzesi da Ancona a Civitavecchia appare come soluzione assolutamente possibile, perché Civitavecchia è un porto della rete trans-europea dei trasporti e pertanto la Zes (Zona economica speciale) Abruzzo può collegarsi perfettamente al porto laziale. L'alternativa è nella rete marchigiana, con tutte le valutazioni che ne conseguono.
Tanto è vero che Confindustria Chieti-Pescara, Confindustria Civitavecchia e le tre sigle sindacali regionali Cgil, Cisl e Uil sono già intervenute diverse volte e con una lettera indirizzata al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli difendono questi principi per cercare un vero cambio di strategia. Inoltre questa idea sulla trasversalità tirreno-adriatica aveva peraltro incassato il sostegno dei governatori di Abruzzo e Lazio, rispettivamente Luciano D’Alfonso e Nicola Zingaretti, in una lettera di intenti firmata nel 2016.
Tra le altre cose nella sua finalità normativa la Zes potrebbe intervenire anche per valorizzare lo sviluppo del traffico merci tra i due mari Adriatico e Tirreno: la posizione geografica di Lazio e Abruzzo risulta difatti particolarmente favorevole e altamente funzionale agli obiettivi di sviluppo dei trasporti intermodali tra la Penisola Iberica e l'area Balcanica, l'est Europa e il Medio Oriente.
Alla luce di ciò un’unica Autorità di sistema portuale non rappresenta solamente la soluzione più coerente con la Zes, ma faciliterebbe secondo alcuni analisti il riconoscimento, da parte della Commissione Europea, di un fondamentale corridoio Barcellona-Civitavecchia-Ortona-Pescara-Ploce tra le reti trans-europee dei trasporti: opportunità rara per accedere ad ingenti finanziamenti e far crescere il sistema infrastrutturale abruzzese.
La nostra terra è già ricca di infrastrutture per la connettività: due porti di rilevanza nazionale, due porti regionali, l'autoporto di Avezzano seppur inattivo, l'interporto Val Pescara (il quale gode di un’uscita autostradale sulla A25 appositamente dedicata, quella di Manoppello, con una superficie di 959.000 metri quadrati che potrebbe ospitare ogni tipo di merce), l'aeroporto internazionale d'Abruzzo (ubicato a 4 Km dal centro di Pescara direttamente sulla SS5 Tiburtina Valeria, fulcro per il turismo e con un servizio cargo ancora inimmaginabile); tutti peraltro non lontani dall'autostrada A24, che ha ancora forti potenzialità di sviluppo in termini di traffico.
Gli elementi per approfondire il dossier logistico ci sono e sono tanti, c’è bisogno di sfruttarli e potenziarli al meglio, perché un territorio con buone infrastrutture è più attrattivo per le imprese.
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