Il decreto sulle banche venete è legge. L'Aula del Senato ha approvato la fiducia chiesta dal governo con 148 voti a favore, 91 contrari e nessun astenuto. Il provvedimento facilita la liquidazione amministrativa della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, continuando a garantire il credito alle famiglie e alle imprese. In pratica, il decreto consente ai commissari liquidatori nominati dalla Banca d'Italia di cedere le attività a Intesa San Paolo, che gestirà la 'good bank' e i circa mille esuberi con i sindacati. La 'bad bank', invece, andrà alla Società gestione di attività (Sga), che si dovrà occupare dei crediti deteriorati e di quelli attivi, non ceduti o retrocessi. Il decreto prevede una serie di tutele per gli investitori, già titolari di strumenti finanziari, che potranno accedere al Fondo di solidarietà, istituito nella legge di Stabilità del 2016. L'unica modifica introdotta nel passaggio parlamentare al testo scritto dal governo è il dl Bond, che prevede la sospensione di sei mesi per il pagamento delle obbligazioni nelle banche che hanno chiesto la ricapitalizzazione preventiva. Per garantire poi la liquidità delle due banche, il ministero del Tesoro ha disposto un'iniezione di 4,8 miliardi e altri 12 di garanzie statali. Il decreto, ha scritto su Twitter il premier Paolo Gentiloni, "tutela risparmiatori, lavoro e imprese", con "un salvataggio difficile e necessario" che finalmente è andato "in porto". Contro il provvedimento hanno votato i senatori del M5s, i quali al termine dell'intervento del capogruppo Enrico Cappelletti hanno inscenato una protesta in Aula, lanciando finte banconote da 500 euro. "Questo decreto - ha affermato Cappelletti - segna il punto più basso raggiunto in questa legislatura da questo governo e da questa maggioranza. Un decreto che ignora completamente le vittime del crac. Anzi, peggiora la loro situazione, aggiungendo al danno la beffa. È un provvedimento che rappresenta un'istigazione al suicidio di cui molti in quest'Aula dovranno rendere conto". Anche Forza Italia ha votato no. "Il nostro è un voto contrario al decreto, perchè continuiamo a non avere fiducia nel governo - ha detto Franco Carraro - . Forza Italia vuole bene al nostro Paese, constatiamo con piacere che dopo lo stanziamento dei 20 miliardi ci siano stati segnali positivi dalla Borsa e che l'Ocse non parla più della debolezza strutturale del sistema bancario. Ci auguriamo che questa sia l'ultima crisi bancaria consistente e che si inizi finalmente a voltare pagina sul piano economico". Un sì convinto, invece, è arrivato dal Pd, secondo cui il dl andava approvato subito per "eliminare ogni tipo di incertezza sulla sorte delle due banche".
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