Dopo l’esito del vertice di maggioranza sull'immigrazione, il ministro dell'interno Matteo Salvini avrebbe aperto all’accoglienza di migranti purché “non paghino i cittadini”.
Un cambio di posizione sulla politica migratoria che non è andato giù alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha manifestato tutto il suo disappunto nei confronti del leader leghista. Disappunto che si evince dalle sue stesse parole: “Fratelli d’Italia ha sostenuto il governo nella linea della fermezza contro l’immigrazione illegale, non capisco adesso questa marcia indietro. E non sono d’accordo quando Salvini dice che è possibile accogliere ancora purché non paghino i cittadini. Le spese sanitarie, di trasporto e i servizi sociali di chi entra sono sempre e comunque a carico degli italiani e l’immigrazione incontrollata comporta anche rischi legati alla sicurezza e alla tutela della nostra identità”.
E aggiunge: “Fdi è coerente con il programma del centrodestra e con quello che gli italiani ci hanno chiesto il 4 marzo: no all’immigrazione clandestina e stop all’invasione. Se oggi, anche sull’immigrazione e la sicurezza, la Lega cede a Di Maio e Fico è difficile capire quale senso abbia per Salvini tenere in piedi questo governo”.
Ma ha ragione la Meloni? Salvini ha davvero ceduto sui migranti? Impaginato.it lo ha chiesto all’ex deputato Fabrizio Di Stefano, al presidente associazione Noi per la Famiglia Carola Profeta e al portavoce del Movimento Italica identità e territorio Alberto Di Giandomenico.
DI STEFANO
Ha ragione Meloni? "Troppo facile solo contestare e criticare. La Meloni, che rivendica la sua matrice di destra, dovrebbe ancora spiegarci come mai ha lasciato solo Salvini nell’intraprendere una giusta battaglia su queste tematiche mentre rimaneva in silenzio, salvo poi scoprirle dopo aver visto il consenso che ha portato alla Lega".
"Se può essere un tema divisivo all’interno della maggioranza? Sicuramente sarà un tema divisivo per la maggioranza, ma ormai credo che siano molto più i punti che portano Lega e Cinque stelle a dividersi che quelli che li uniscono".
DI GIANDOMENICO
"Credo che la Meloni sia l’ultima persona che possa dire a Salvini o chicchessia: “Hai ceduto su qualcosa”. Ricordo quando la Meloni era in “minoranza” al governo Monti e ha ceduto al Fiscal Comp e ha ceduto alla legge Fornero. Ergo è davvero l’ultima persona che può dire a Salvini dove ha sbagliato o meno. Mi ricordo che sul Fiscal Comp la Lega votò contro compatta, tranne Forza Italia e Fratelli d’Italia".
E aggiunge: "Può essere un tema divisivo. Ovviamente loro hanno fatto un contratto di governo e va rispettato. Quello che non si rispetta è la forzatura che magari l’Europa fa su Conte e Conte fa su Di Maio. Conte è il più “bersagliato” perché è il più moderato e quindi, può essere un tema divisivo ma non ora, perché bisogna attendere giugno. Giugno andrà a determinare un’altra forma politica a livello non solo nazionale ma a livello europeo e cambierà tutte le dinamiche politiche nazionali, regionali, fino ad arrivare ai Comuni. Sarà quindi un enorme cambiamento di direzione politica".
PROFETA
"Premetto che l’On. Giorgia Meloni è stata il mio presidente per cinque anni, giacché sono stata prima militante e poi dirigente di FDI dal giorno della sua fondazione, e stimo e stimerò sempre questa grandissima donna, l’unica, a capo di un partito politico in Italia, seria e preparata. Ma ciò non mi inibisce all’ esprimere il mio pensiero e la mia delusione per l’atteggiamento assunto nei confronti di questo governo e alle volte, "parte" di questo governo.
La sento spesso chiedere a Matteo Salvini di staccare la spina a questa alleanza innaturale e di aver tradito con alcuni provvedimenti il programma di governo del centrodestra, come nel caso di specie sui migranti, dimenticandosi per prima cosa che se il centrodestra non ha vinto le elezioni, il 4 marzo, (mancavano tre punti di percentuale per arrivare alla maggioranza) di certo non è colpa della Lega che su base nazionale dal 4, 1% (del 2013) è passata al 17,4% (del 2018) e dallo 0,2% (del 2013) è passata al 13,80% (del 2018) su base regionale in Abruzzo(FdI è passata dal 3,5% del 2013 al 5,03% del 2018); in secondo luogo, è stata lei stessa a chiedere al presidente Mattarella di dare il via libera al governo Lega/M5S per scongiurare un governo imposto da Bruxelles.
E tutti conoscevamo il programma di governo del M5S, lo abbiamo sentito in campagna elettorale e dobbiamo in qualche modo rispettare la sovranità popolare che lo ha eletto primo partito con il 32,7% dei consensi.
Detto ciò non ho mai sentito in questi giorni, rispetto alla crisi dei 49 migranti sulla Sea Watch, il Ministro degli Interni “cedere” sul tema migranti, anzi ha mantenuto sempre la stessa linea: porti chiusi, ricollocamento dei migranti in tutti gli stati membri dell’Unione Europa ( che sono 28) e nessuna concessione a ONG e scafisti. Si parlava di accogliere le donne e i bambini e sicuramente ci sono, ma in rete ho visto le immagini del video dei festeggiamenti dei migranti in nave alla notizia dello sbarco a Malta e sinceramente non mi è parso di vedere né donne né bambini. Forse stavano dormendo...
Nel programma di FDI c’è scritto che l’immigrazione clandestina e l’invasione si ferma con il blocco navale, ed io ho sempre condiviso questa proposta. Il problema è che non è facile attuarla, che sono sicura sia condivisa anche dalla Lega ma che bisogna essere maggioranza di governo per poterla renderla operativa e per essere maggioranza bisogna superare il famoso 40%".
E aggiunge: "Non credo che il confronto politico nazionale possa influenzare in qualche modo la compattezza della coalizione all’interno della competizione elettorale regionale. Abbiamo condiviso un candidato presidente, Marco Marsilio, che gli Abruzzesi stanno cominciando ad apprezzare moltissimo, un dirigente politico con molta esperienza, serio, concreto, efficace, con le idee chiare, che parla dritto al cuore ma anche alla testa, che ha lasciato il prestigioso scanno del Senato per mettersi a disposizione del nostro meraviglioso Abruzzo al contrario dell'ex presidente, che invece ha lasciato l’Abruzzo per una comoda poltrona a Palazzo Madama, fuggendo di fatto da una situazione regionale politica disastrosa e disastrata".
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