Risponde Freud: gli adolescenti di ieri e quelli di oggi


Trova le differenze


di Alessandra Rosa
Categoria: Chiedilo a Freud
27/12/2018 alle ore 17:15



Cara dottoressa, mi chiamo Antonella ed ho un figlio di 14 anni; le scrivo perché io e mio marito a volte non sappiamo bene come comportarci con lui. Spesso dico a mio figlio che ci sono delle enormi differenze tra gli adolescenti di ieri e quelli di oggi. Lui mi dice che sono esagerata e che non capisco.

La prego di aiutarci a comprendere ancor di più questo periodo così particolare della vita di un ragazzo. La ringrazio per l’attenzione.

Antonella M.

 

Cara Antonella comprendo perfettamente la paura e il senso di impotenza che un genitore deve affrontare quando si ha un figlio, in particolar modo durante la fase adolescenziale.

In base alla mia esperienza posso dirti che gli adolescenti di oggi sono molto più soli e insoddisfatti degli adolescenti di ieri per molti motivi. Il guaio è che molti genitori spesso tendono a minimizzare alcuni comportamenti a rischio e quindi scusare i propri figli sempre e comunque.

L’adolescenza come sappiamo è una fase particolare della vita, ricca di sentimenti contrastanti e conflitti. A differenza del bambino l’adolescente ha come modello di riferimento il gruppo dei pari.

Uno dei grandi timori di genitori è “ il gruppo di amici”, la paura delle cosiddette “ cattive compagnie”, acquisendo comportamenti sbagliati, a volte anche pericolosi. I comportamenti disfunzionali potrebbero avvenire nei seguenti ambiti:

- nel campo della sessualità, in cui l’adolescente potrebbe fare esperienze sbagliate solamente per il gusto della trasgressione;

- nell’uso di sostanze psicotrope come droghe leggere e pesanti, alcool…;

- nei comportamenti illeciti come furti, violenze collettive sulle cose o sulle persone…

Per tali ragioni spesso il desiderio di sentirsi accettati dal gruppo può indurre a comportamenti a rischio. Per evitare ciò è utile che il ragazzo attraverso l’aiuto di figure adulte funzionali, sviluppi un senso critico per imparare a riconoscere eventuali situazioni pericolose, in modo da sviluppare una buona stima di Sè.

Bisogna sottolineare che spesso l’adolescente sceglie il gruppo in base ad una certa aspirazione e similitudine a Sè.

Il gruppo ha una duplice funzione: può essere una funzionale per coloro che hanno già sviluppato un senso critico ed hanno una buona autostima, mentre risulta disfunzionale per chi ha sviluppato tendenze antisociali.

L’appartenenza al gruppo ovviamente non esclude a sua volta la relazione con altri punti di riferimento come la famiglia e la scuola.

Per evitare comportamenti a rischio l’adolescente deve possedere “ lo sviluppo morale” attraverso l’aiuto dei genitori o di altri punti di riferimento.

È molto importante che le regole sociali vengano discusse e spiegate mediante un dialogo costruttivo, in modo da favorire un maggior rispetto della regola stessa.

Nel momento in cui i genitori stabiliscono delle regole, è importante distinguere tre tipi di situazioni:

- quelle in cui bisogna saper dire di no , perché a lungo termine potrebbero favorire l’insorgenza di comportamenti gravi;

- quelle esperienze in cui al contrario si può dire di si , come ad esempio andare a trovare un amico;

- quelle che richiedono la negoziazione , ossia chiedere il permesso ai genitori, come ad esempio andare ad una festa e tornare a casa più tardi.

 

Per tale ragione risulta fondamentale nell’età adolescenziale acquisire la tecnica del problem-solving e soprattutto avere un buon dialogo con figure adulte funzionali.

Bisogna sottolineare che purtroppo per alcuni figli non è proprio così, in quanto non sempre i genitori prestano la dovuta attenzione ai loro bisogni e ai loro disagi.

 

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