Dicono. Ed è davvero tutta da ridere la genesi dell'improvviso mal di schiena di Berlusconi che annullò la sua partecipazione a Porta a Porta.
Dicono infatti che il Cavaliere non stesse più nella pelle. Che fosse pronto a brindare, per quell'ultimo sondaggio commissionato sotto l'albero. Che fosse più che deciso a sparare a palle incatenate contro questo governo - che già certificava morituro - proprio dal tradizionale salottino di Vespa.
Tant'è che dopo le prime anticipazioni che gli erano state sussurrate nelle ore precedenti si era lasciato persino andare a previsioni di rottura tra leghisti e pentastellati nell'ordine massimo delle tre settimane ("il governo salta entro il 15 gennaio"). Vaticinando il ritorno all'ovile di un più che ridimensionato Matteo Salvini e il contestuale tracollo di quei buoni a nulla "pulitori di cessi" con cui il Capitano si era alleato.
Dicono anche che la quasi certezza dei dati in arrivo rendesse particolarmente ilare lui e rumorosamente ottimista la numerosa corte dei miracoli che lo soffoca d'affetto dal tramonto all'alba.
Dicono pure che a palazzo Grazioli il neo-fido Giorgio Mule', colui che ha preso il posto dell'ormai ripudiato Paolo Bonaiuti (al quale il Cavaliere indirizzo' epiteti irripetibili fendendo i corridoi Rai di via Teulada) avesse l'aria soddisfatta tipica del gatto col sorcio in bocca e che avesse già concordato punto punto con Bruno Vespa una schioppettante puntata con tanto di sondaggio tirato fuori all'improvviso e spiattellato al popolo televisivo. Una sorta di ritorno al passato in pompa magna condito dall'annuncio della ri-ri-discesa in campo per le europee di fine maggio.
Era tutto predisposto e organizzato. Se non fosse per l'imprevisto particolare di quei dati arrivati sul tavolo e rivelatisi, ahiloro!, sballati. Coi leghisti stimati in leggero calo ma, ancorati al 30 per cento e coi pentastellati poco sotto. Ma soprattutto con nessun vantaggio per forzisti e piddini perché le frange della probabile delusione si rifugiavano nel non voto. Una mazzata per il Cavaliere.
Che colto da autentico mal di testa si inventò il diplomatico mal di schiena per annullare Vespa. Non senza aver incenerito con un'occhiata chi gli scodinzolava accanto. E, si. Dicono sia proprio andata così.
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