Governo perde pezzi: ministro Regioni Costa si dimette, interim a Gentiloni


Berlusconi smentisce l'incontro con Alfano e il leader di Ap conferma che non rientra neanche nei suoi programmi


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
19/07/2017 alle ore 17:29



Il governo perde pezzi. Enrico Costa lascia l'incarico di ministro degli Affari regionali. Il suo ruolo sarà ricoperto per il momento dal premier Paolo Gentiloni, che ha deciso di assumere l'interim del dicastero. Dopo aver minacciato di dimettersi nel caso in cui fosse stata posta la fiducia sullo Ius soli, Costa aveva annunciato che era giunto il momento di "rompere gli indugi" e accettare l'offerta di riaggregazione del centrodestra avanzata da Silvio Berlusconi. Non c'è stato e non ci sarà, invece, nessun incontro tra Angelino Alfano e il leader di Forza Italia. A smentire la notizia di un possibile riavvicinamento sono stati infatti i due diretti interessati. "Ho manifestato nei giorni scorsi la convinzione che sia il momento di lavorare ad un programma politico di ampio respiro che riunisca quelle forze liberali che per decenni hanno incarnato aspirazioni, ideali, valori, interessi di milioni di italiani che hanno sempre respinto soluzioni estremistiche e demagogiche - ha scritto Costa in una lettera indirizzata a Gentiloni -. Sono opinioni politiche del tutto naturali, per chi ha una storia politica come la mia. In questi mesi ho anche espresso il dissenso su alcuni provvedimenti (Ius soli, Processo penale), motivando dettagliatamente le mie posizioni. C'è chi ha ritenuto queste opinioni fonte di pregiudizio per il Governo, ma anche chi le ha apprezzate perché hanno portato una interessante dialettica"."Tu, caro presidente - ha continuato Costa - hai sempre rispettato le mie idee. Non mi hai mai imposto il paraocchi e non mi hai chiesto di rinunciare alle mie convinzioni. Lo apprezzo moltissimo. Ma non posso far finta di non vedere la schiera di coloro che scorgono un conflitto tra il mio ruolo ed il mio pensiero. E siccome non voglio creare problemi al governo rinuncio al ruolo e mi tengo il pensiero. Ho avuto un'occasione unica ed ho fatto un'esperienza bellissima, sempre con il massimo impegno. Ora faccio un passo indietro, perché le convinzioni vengono prima delle posizioni. A chi mi consiglia di mantenere comodamente il ruolo di governo, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, rispondo che non voglio equivoci, né ambiguità. Allungherò la lista, peraltro cortissima, di ministri che si sono dimessi spontaneamente". Immediato il commento di Alfano, secondo cui la decisione di Costa era inevitabile e in ritardo. "Credevo lo facesse già un paio di giorni fa - ha detto-. Lo diciamo da tempo: noi vogliamo costruire un'area autonoma, una forza indipendente da destra e da sinistra. Abbiamo idee, forza e coraggio per fare qualcosa di grande. Comprendiamo che chi non ce la fa, faccia scelte diverse, ma noi andiamo avanti per la nostra strada, senza metterci in fila da nessuna parte". Ma se Costa è già sulla via del ritorno a Forza Italia, per Alfano invece le porte restano chiuse. ''Le notizie riportate questa mattina dal quotidiano 'Libero', in ordine a presunti contatti fra il presidente Berlusconi e il ministro Alfano e alle prospettive politiche che ne conseguirebbero, sono destituite di qualsiasi fondamento'', ha chiarito la segreteria del leader azzurro. Parole che arrivano dopo quelle dei capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani. "Ricordo a me stesso che Alfano e tanti altri parlamentari che in questi anni hanno lasciato Forza Italia, una novantina tra Camera e Senato, erano stati tutti eletti sotto la sigla 'Berlusconi presidente', sono arrivati in Parlamento tutti con i voti di Berlusconi - ha precisato Brunetta -. Adesso se c'è una fase, come c'è, di nuova attrazione da parte di Berlusconi nei confronti del mondo del centrodestra questo è un fatto assolutamente positivo, da salutare positivamente. Braccia aperte, certamente. Attenzione però, braccia aperte selettive, non nei confronti di tutti. Io penso che il nostro popolo, il popolo del centrodestra, il popolo fedele, il popolo che non ha mai avuto dubbi, mal capirebbe ritorni come quelli di Alfano, e quindi non ci saranno questi ritorni''. Sulla stessa linea Romani. "Nel nostro mondo - ha sottolineato il senatore - il ministro Alfano ha una posizione che verrebbe mal compresa se domani dovesse riaderire a Forza Italia. Io penso che sia difficile immaginare che tutta Ap possa dissolversi in Fi". Per Romani, però, la prospettiva di una lista unica tra FI e Lega "è un'ipotesi che non esiste, oggi non ha le gambe per camminare. Mi auguro che non si debba arrivare a questa scelta - ha concluso -, avrebbe grosse difficoltà ad essere realizzata". La questione, però, viene definitivamente chiusa dallo stesso Alfano. "Non c'è stato alcun incontro tra Alfano e Berlusconi", ha tenuto a precisare il suo ufficio stampa, e "non c'è nemmeno alcuna richiesta di incontro in programma".

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