Quei fondi non erano vincolati e il via libera per attingere al Masterplan lo ha dato proprio la Regione Abruzzo, ancora prima del crollo del ponte Morandi a Genova: eccola qui la delibera che fa finalmente chiarezza, è la 499 approvata il 9 luglio scorso, quando Luciano D’Alfonso era ancora presidente.
Urla, strepiti, accuse e dirette Facebook si volatilizzano di fronte a queste tre pagine firmate dal direttore generale Vincenzo Rivera. Quel giorno in giunta c’erano quasi tutti, c’era sicuramente Giovanni Lolli, c’era Pepe, c’era Paolucci e anche Berardinetti; assenti Marinella Sclocco (che diserta la giunta da mesi) e Giorgio D’Ignazio.
E’ il primo punto della delibera quello che chiarisce una volta per tutte che la Regione Abruzzo approvò il prelievo di fondi dal Masterplan, recependo in pieno il decreto legge n.91 del 20 giugno 2017, recante “Disposizione urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno” che all’articolo 16 bis stabilisce tempi e modalità del “contributo degli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostrade A24 e A25″.
“Per lo sviluppo dei territori delle regioni Abruzzo e Lazio ed al fine di consentire l’immediata esecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostradale A24 e A25 – spiega la delibera – che si rendono necessari in conseguenza degli eventi sismici del 2009, del 2016 e del 2017, è autorizzato un contributo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2021 al 2025 a favore della società concessionaria strada dei parchi S.p.A. Agli oneri pari a 50 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2012 al 2025, si provvede mediante corrispondente riduzione delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione, programmazione 2014-2020”.
Insomma, tutto autorizzato. La Regione rincarava la dose, sottolineando che gli interventi da realizzare nel tratto autostradale in questione ad altissimo rischio tellurico erano da considerare di estrema urgenza, in quanto attenevano alla “sicurezza del traffico ed alla salvaguardia di vite umane nella tragica eventualità che l’area su cui insiste il tracciato, venga colpita da ulteriori scosse telluriche”
E qui viene l’aspetto interessante. Nella delibera si specifica, al punto 4, che verrà consentito,
“temporaneamente, per la realizzazione degli interventi, l’utilizzo da parte del Ministero Infrastrutture e Trasporti, dei fondi Fsc assegnati e non trasferiti in favore della Regione Abruzzo e che non possono essere oggetto per copertura di Sal entro il 31-12-2018, perché non riferibili a procedure contrattuali esecutive o in esercizio”.
Fondi che sarebbero stati messi a disposizione da parte della Regione,
“fino all’approvazione del nuovo bilancio dello Stato e della nuova legge di coordinamento della finanza pubblica, che per ordinamento si deve approvare entro il 31-12-2018 con ciò significando che dal 2 gennaio 2019, le cifre messe a disposizione ed utilizzate dal Mio, torneranno nella piena disponibilità della Regione”.
Oggi Dalfy farà una conferenza stampa per presentare documenti sulla vicenda. Lettere, a quanto pare, che Regione e governo si sono scambiati dopo questa famosa delibera. Delibera che dimostra, senza ombra di dubbio, che quei fondi del Masteplan non erano giuridicamente vincolati, perché non erano (e non sono) ancora stati firmati i contratti; e che l’autorizzazione per il loro utilizzo è stata data direttamente dalla Regione.
ps: c’è un altro miracolo, contenuto in questa delibera, e cioè la Regione dice che l’urgenza dei lavori è determinata dal ripetersi degli eventi sismici e dalle “ipotesi di futuri eventi sismici prospettati dagli esperti dell’Ingv”: ecco, dopo il terremoto dell’Aquila, dopo i processi e le assoluzioni, sappiamo che l’Ingv può prevedere, o almeno prospettare, i terremoti, all’epoca no.
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