Maggioni: L'addio di Fazio sarebbe stato un trauma per la Rai, non avrebbe retto


Gasparri: Il conduttore merita il disprezzo, se la gente non paga il canone è giustificata.


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
27/06/2017 alle ore 17:58



Fabio Fazio fuori dalla Rai? Vedere quel volto su un'altra emittente "avrebbe comportato un trauma" al quale l'azienda non avrebbe retto. La presidente della Rai, Monica Maggioni, davanti alla commissione di Vigilanza Rai prova a buttare acqua sul fuoco delle polemiche alimentate dal compenso, oltre 2 milioni di euro all'anno, del conduttore di "Che tempo che fa". Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere di amministrazione Arturo Diaconale, secondo cui il cda ha proceduto in fretta al voto per bloccare il trasloco del conduttore a La7. Ma il deputato del Pd Michele Anzaldi insorge, sostenendo che se il cda è stato "costretto" al voto voto va "azzerato", mentre il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri invita gli italiani a non pagare il canone in segno di protesta. "Fazio - spiega Maggioni - fa parte della storia della Rai. Vedere transitare quel marchio, quel volto, quel format su un'altra emittente avrebbe comportato uno scossone, un trauma al quale non so se la Rai avrebbe retto in termini di sistema. Questo cda non avrebbe potuto prendersi l'onere di decidere che Fazio passasse alla concorrenza. Il contratto con la concorrente non l'ho visto, ma quale concorrente ti mostra il preliminare che sta facendo? Non ho dubbi sul fatto che esistesse e sono certa che chi lo ha negoziato negherà la sua esistenza". Sulla stessa linea il consigliere Arturo Diaconale, che afferma: "Siamo stati costretti a sottoscrivere il contratto, abbiamo agito su sollecitazione costante e perenne. Ci è stato detto che se non avessimo chiuso l'accordo quella mattina, Fazio avrebbe firmato con una azienda concorrente. Se non avessimo avallato quel contratto - osserva Diaconale - ci saremmo trovati a rispondere del danno provocato alla Rai, dall'averla messa fuori dal mercato. Se si vuole che l'azienda stia sul mercato è un conto, altrimenti si toglie per esempio la pubblicità e la Rai vive solo di canone. Voglio precisare che non siamo stati costretti con una pistola puntata alla tempia, ma siamo stati costretti dal Codice civile. Se non avessimo firmato il contratto avremmo potuto rispondere per danno procurato all'azienda". Ma Anzaldi va su tutte le furie. "Le parole del consigliere Diaconale sono gravissime - sottolinea il deputato democratico -. Se i componenti del cda Rai firmano il via libera ai contratti sotto costrizione, perché non in grado di valutare i profili del codice civile e quindi sotto presunto obbligo di responsabilità, significa che bisogna chiedersi se questo Cda possa ancora andare avanti". Dal consigliere Carlo Freccero, invece, arriva un appello a rivedere il contratto. "Chiedo a voi parlamentari - dice rivolgendosi alla commmissione di Vigilanza - di intercedere presso il dg Rai perché si rimetta in gioco questo contratto. In questo momento si agitano portafoglio e prodotto. Ho lavorato con Fazio e la sua dedizione è massima, ma come si può pensare che un prodotto oggetto di questa campagna possa sopravvivere all'audience?". Durissime, infine, le parole del vicepresidente del Senato Gasparri. "La gente si deve ribellare, non deve pagare il canone - sostiene -. Chi non paga il canone sarà giustificato. Fazio merita il disprezzo della gente. Se andrà in un bar, la gente gli deve dire che si deve vergognare, deve andare in giro e toccare con mano il disprezzo popolare. O la Rai straccia il contratto o le cose gli andranno molto male", conclude.

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