Post-it d'amore




Categoria: Maperò
24/06/2017 alle ore 07:04



Ad un certo punto, nel mio consueto muovermi per la città, intravedo qualcosa che attira la mia curiosità. Qualcosa di non ben definito. Qualcosa di colorato. Freno e accosto. Mi avvicino. E’ una macchina tappezzata di post-it. Strano. Sembrano post-it di una vita insieme. “Ciao Amore”, “Noi due per sempre”, “Buon giorno Cucciola”. Poi cuori, punti esclamativi, aggettivi e pronomi possessivi.
Non riesco a leggere oltre, devo fermarmi. Sembra quasi di spiare dal buco della serratura. Indietreggio e osservo il quadro di insieme. Nonostante i colori, quei post-it restituiscono un’immagine a tinte fosche. Quasi lugubri. Questa esposizione chiassosa e, in qualche modo, violenta, imposta, di messaggi quotidiani ed intimi inizia ad assomigliare ad un funerale. Sì, ora capisco di che si tratta. E’ la messa in scena della fine di un amore, l’atto della restituzione dei doni; l’insieme di piccole e grandi affettuosità, dolcezze, attenzioni, che innervano la pianta di una vita insieme. Quei piccoli post-it sono, ciascuno, il ricordo di qualcosa che non c’è più.
Chissà perché. Chissà cos’è stato. Com’è successo. Come sono passati dallo scambio amoroso di messaggi, alla mancanza di amore. Dai post it colorati, dagli aggettivi e dai pronomi possessivi, a questo lugubre funerale. Come è successo che è finito l’amore? Non è neanche detto, poi, che ad essere finito sia l’amore. Può darsi che sia finita la storia, la relazione. Le due cose non coincidono necessariamente. L’amore può esserci ancora. Incapace di esprimersi. Magari nascosto, guardingo, spaventato. Da urla, parole grosse, litigi. Dalla pesantezza di ciò che prima era leggero.
Eppure un tempo si sono conosciuti, piaciuti, innamorati. Hanno deciso di andare a vivere insieme. Il letto, l’armadio ed il bagno in comune. I quadri. Che dici lo mettiamo qui? Mobile antico o moderno? E’ bello anche se non serve a niente, vero? I libri, la musica, la televisione Che facciamo stasera? Mangiare fuori e poi tornare a casa. Guardarsi. Parlarsi. Baciarsi. Chissà cos’è che ha appesantito la leggerezza.
E’ misurabile l’amore? Mi viene l’inspiegabile istinto di staccare tutti quei post-it e di metterli uno sull’altro. Immagino che sarebbero pochi centimetri. Un amore racchiuso in pochi centimetri. E pochi grammi. Che il vento, se volesse, potrebbe disperdere in pochi secondi. Pochi centimetri, pochi grammi, pochi secondi. Che unità di misura scegliamo per un amore? Non lo so. So che l’amore ti fa sentire leggero. Ti fa sentire grande. Vorresti che non finisse mai. Allora sono pochi grammi, effettivamente, però molti centimetri e molti secondi. E poi molti colori. Come questi post-it. Che adesso mi sembrano meno lugubri. Chissà se ho immaginato bene. Magari la storia è tutta un’altra. Magari questa è una festa. Una dolce ricorrenza. Ed io non ho capito niente. Ma sì, forse è così. Perché l’amore, per fortuna, è anche misterioso. Non lo puoi prevedere. Tu devi solo lasciarti andare. Senza calcoli, né ragionamenti, né regole.
A proposito di regole, sto facendo tardi. Attraverso la strada, salgo in motorino e riparto. Lancio un ultimo sguardo, attraverso lo specchietto retrovisore. Quei post-it ora sembrano foglie colorate, lievemente mosse dal vento. Se anche era andato via, l’amore è tornato. Secondo me.