E'scomparso nella sua casa di Cambridge, all'età di 76 anni, l'astrofisico Stephen Hawking.
Mosso da grande curiosità e determinazione, Hawking sembrava non considerare i limiti del corpo che lo teneva prigioniero. La malattia invalidante che lo aveva progressivamente immobilizzato sulla sedia a rotelle, non gli impedì di diventare uno degli scienziati più importanti a livello mondiale, noto soprattutto per le ricerche sui buchi neri e sull'origine dell'Universo. "Quello che mi ha sempre colpito di più è la caratteristica formidabile di lui come uomo, la dimostrazione vivente che il pensiero trascende la materia"- ricorda Nichi D'Amico, presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica.
"Il suo coraggio e la sua perseveranza, insieme al suo essere brillante e al suo umorismo, hanno ispirato persone in tutto il mondo"- dicono di lui i figli Lucy, Robert e Tim.
Il fisico cosmologo lavorava da tempo sulla possibilità di integrare la teoria della relatività di Einstein e la meccanica quantistica in un'unica "teoria del tutto", progetto che nel 2014 ispirò il film omonimo diretto di James Marsh. Profondamente convinto della necessità di rendere i suoi studi comprensibili a tutti, scrisse numerosi libri di divulgazione, alcuni divenuti veri e propri best seller.