Comunali: flop M5s, ma Grillo non ci sta: "Gongolate pure ma non fatevi illusioni"


Il Cinquestelle restano fuori dai ballottaggi di Genova, L"Aquila, Palermo e Catanzaro. Torna il bipolarismo centrodestra-centrosinistra, Pd perde Lampedusa


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
12/06/2017 alle ore 20:35



Tutti "gongolano" sulla fine del M5s ma nessuna illusione, non sarà così. Il giorno dopo le elezioni comunali, quando oramai i risultati sono già nero su bianco, Beppe Grillo prova a buttare acqua sul fuoco. I Cinquestelle sono fuori dai ballottaggi dei quattro capoluoghi di Regione (Genova, L’Aquila, Palermo e Catanzaro) e restano al palo a Parma, dove non c'è storia con l'ex grillino Pizzarotti. In tutte le 25 principali città chiamate al voto resuscita il bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra ma l'ex comico non si arrende e si ostina a parlare di 'crescita' per il suo movimento. Eppure, gli unici a crescere sono l'astensionismo, che segna un +7 per cento, e le liste civiche, mai così numerose come in questa tornata elettorale. "Il Movimento 5 Stelle è stata la forza politica più presente in 225 comuni. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni - priva a spiegare Grillo sul suo blog -. La maggior parte delle città sono state conquistate da ammucchiate di liste civiche, capitanate da foglie di fico, fatte ad hoc per accaparrarsi voti sul territorio nascondendo il vero volto dei partiti. Senza di loro il Pd di Renzi altro che sindaci, avrebbe faticato a mettere anche solo qualche consigliere comunale! Stiamo assistendo alla lenta scomparsa di un partito che, con nomi diversi, era radicato sul territorio dal dopoguerra". Detto questo, il leader del M5s prova a dare la sua lettura dei fatti. "Rispetto al 2012 - scrive - abbiamo triplicato i ballottaggi (furono solo tre all'epoca) e siamo cresciuti in tutte le città in cui ci siamo presentati. Risultati che sono indice di una crescita lenta, ma inesorabile. Tutte le prime pagine dei giornali sono però dedicati al fallimento del Movimento 5 Stelle. Tutti gongolano, esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del Movimento, sulla fine dei Grillini. L'hanno detto dopo le politiche, dopo le europee, dopo le regionali, dopo il referendum. Fate pure anche ora. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli. Noi continuiamo ad andare avanti". La ricostruzione di Grillo però non convince il Pd, che pur essendo in affanno rispetto al centrodestra in 14 su 25 grandi città, parla di risultato positivo. E se Renzi da Amatrice, dove il segretario dei Democratici è stato in visita insieme al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, dice di non volersi avventurare in "chiacchiere e discussioni" del giorno dopo, a fare l'analisi del voto ci pensano gli esponenti della segreteria. "Oggi registriamo la sconfitta netta ovunque dei 5 Stelle. A un anno da Roma e Torino, i cittadini non hanno scelto i 5 stelle", osserva Matteo Ricci. E il vicesegretario Maurizio Martini aggiunge: "Il Pd c'è e ha preso i suoi voti importanti. L'unica alternativa al populismo di destra di Salvini è un centrosinistra a guida Pd, con esperienze civiche che noi rivendichiamo". Ma per i Democratici ci sono almeno due sconfitte che hanno un valore simbolico e pesano più di tutte: quella del sindaco uscente di Lampedusa Giusy Nicolini, che era stata portata da Renzi anche alla Casa Bianca in veste di esempio di "eccellenza italiana", e quella di Rignano sull'Arno, paese d'orgine del segretario dem, dove è stato riconfermato l'ex esponente del Pd Daniele Lorenzini. E nel centrodestra? Se il leader della Lega Matteo Salvini esulta ("Alla faccia di tutti gli uccelli del malaugurio, ci siamo svegliati meglio degli altri") e rivendica il ruolo del Carroccio, Silvio Berlusconi ci tiene a ricordare che ancora una volta l'elemento determinante del centrodestra resta Forza Italia. L'ex premier, infatti, è sempre più convinto che quello che era il vecchio Pdl può tornare a vincere, ma solo con gli azzurri. Ester Cartolaro

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