Nicola Trifuoggi è un uomo conosciuto per il rigore e per la sua severità. Ma in questa sua seconda vita, quella politica, iniziata dopo avere abbandonato la magistratura, ha saputo tirare fuori molto di più. La sua macchina elettorale ruota attorno a due golden boys, Paolo Della Ventura e Piergiorgio Leocata, classe 1970 e 1974. Che hanno pensato ad un’organizzazione asciutta e di contenuto. A metterci molto pepe è l’aspirante first lady, Clelia Battista, avvocato tosto e senza peli sulla lingua che lo ha scortato Trifuoggi in ogni uscita pubblica. Compresa la messa in Duomo di ieri sera alla passeggiata mattutina lungo le vie tra il Castello cinquecentesco e la fontana luminosa. A stringere mani tra le bancarelle che animano in queste ore la città del patrono San Massimo. Di luminoso, oltre alla fontana, lo spirito di Clelia che lo marca a vista. Come pure Della Ventura (quarantaseienne di professione giornalista e dipendente dell’Istituto di Fisica Nucleare) e il suo sodale Leocata, tecnico informatico. Entrambi aquilani accumunati dalla passione per la politica. O meglio un certo modo di fare politica della scuola civatiana di Possibile: non gridata, lontana dalle polemiche, di servizio. A pensare alle grane burocratiche Rita Bufalini dell’associazione ‘Liberi cittadini’, Silvana Giangiuliani, ex assessore comunale al Patrimonio e Fioravante Mancini, per professione revisore dei conti. Una ventina i rappresentanti di lista in campo in queste ore. “Young and unafraid” di The Moth and the flame la colonna sonora della campagna dell'ex procuratore Trifuoggi. Indomito settantacinquenne.