Legge elettorale, Tedeschellum sbatte contro emendamenti Trentino e finisce la sua corsa


Salta il patto a quattro tra Pd-FI-M5s e Lega e il testo ora torna in commissione


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
08/06/2017 alle ore 18:29



Roma,8 giu (Agenzia Nova) - Il Tedeschellum o Germanichellum finisce la sua corsa. Al secondo giorno di votazioni nell'Aula della Camera, la legge targata Pd-FI-M5s e Lega non regge davanti a un emendamento che modifica il sistema elettorale in Trentino, dove vige ancora il Mattarellum, introducendo il sistema proporzionale come nel resto d’Italia. Il Pd dà subito la colpa al M5s ma i Cinquestelle rispediscono le accuse ai Democratici. Fatto sta, che il patto a quattro non c'è più e come nel gioco dell'oca si torna indietro. L'idea, infatti, sarebbe quella di preparare un decreto per armonizzare le due leggi uscite dalla Consulta, introducendo la parità di genere, ma il Pd prende tempo. La decisione arriverà solo la prossima settimana, dopo l'esito del voto amministrativo, e nel frattempo il testo torna in commissione.  Il caos scoppia quando in mattinata in Aula passano per 14 voti due emendamenti identici riguardanti la circoscrizione Trentino Alto Adige-Sudtirol, che avevano il parere contrario della Commissione. Uno è di Riccardo Fraccaro del M5s e l'altro della forzista Michela Biancofiore. Entrambi passano con il voto favorevole dei grillini, dichiarato davanti all'assemblea, e grazie a 59 franchi tiratori. Il capogruppo del Pd Ettore Rosato va su tutte le furie: “La vostra parola non vale nulla, nulla, nulla”, grida al microfono. Per i Cinquestelle risponde Danilo Toninelli: “hanno oltre 300 deputati. Se c’è qualcuno responsabile sono loro”. La rottura è ufficiale e dopo pochi minuti il relatore Emanuele Fiano (Pd) chiude definitivamente la partita: "la legge elettorale è morta e l'hanno uccisa i 5 Stelle", dichiara. In realtà, su 397 deputati (46 di FI, 18 della Lega, 246 del Pd, 82 del M5s e 5 delle minoranze linguistiche), non sono mancati solo i voti dei Cinquestelle, come già previsto, ma anche quelli di altri gruppi. Togliendo gli 82 grillini presenti alla votazione, i no all'emendamento sarebbero dovuti essere 315, invece sono stati 256 e i sì 270. E a questi numeri mancavano 18 esponenti del Pd che non hanno votato e altri 18 che erano in missione. La seduta viene sospesa ma il M5s protesta. "Non ha alcun senso, è stato votato un emendamento che applica la legge e tutta la nazione anche al Trentino. Di cosa parliamo? M5s va avanti compatto su ciò che ha detto in Commissione, lo abbiamo dimostrato ieri e oggi", sostiene il capogruppo M5s Roberto Fico. Per il Pd però non ci sono più le condizioni per andare avanti: "È evidente che l'operazione era far fallire la legge elettorale, tanto più che in commissione avevano votato contro questo emendamento - dice Rosato - hanno usato un espediente, ne prendiamo atto, ma bastava dirlo subito e ci saremmo risparmiati un sacco di tempo". Lo scontro è aggravato anche da un incidente tecnico che rende palese il voto segreto. Sul tabellone di Montecitorio brillano le luci dei voti favorevoli e di quelli contrari all’emendamento per qualche istante. Circostanza che fa infuriare alcuni parlamentari, soprattutto Massimo Corsaro dei Fratelli d’Italia che chiede la rimozione del “responsabile”. La giornata in Aula si chiude con la decisione di rinviare il testo della legge in commissione come proposto dal Pd, ma fuori la polemica non si ferma. "Dai Pd, siate sinceri. Diteci il perché. Se ce lo dite, noi ci ritiriamo, e vi fate una leggina con lo psico-nano, con Dudù. Vi fate una bella leggina, democratica, meravigliosa e fate quello che volete, coi vostri franchi, genuini e liberi tiratori", attacca sul suo blog Beppe Grillo, che prende di mira anche Giorgio Napolitano. "Poi escono questi fantasmi dal passato, questo signore di 90 anni che ancora dà moniti e dice 'non bisogna andare alle elezioni' - osserva -. Poi c'è De Benedetti, un imprenditore che ha causato catastrofi naturali nelle sue aziende, che dice 'non bisogna andare a votare'". Ma Silvio Berlusconi prova a salvare il salvabile. "L'incidente di oggi in Aula, su un emendamento non condiviso dal quale Forza Italia ha preso immediatamente le distanze, non è una buona ragione per accantonare uno sforzo generoso - scrive in una nota -. Sta ora alle forze politiche dalle quali quell'accordo era nato, prima di tutto il Pd, continuare sulla sola strada che consente elezioni rapide con una legge elettorale adeguata. Se il partito di Renzi non lo facesse, prendendo a pretesto un incidente d'aula, si assumerebbe una grave responsabilità". Ma  per capire come evolverà la situazione si dovrà aspettare la prossima settimana.