Al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso si sono rivolte le associazioni del Commercio e dell’Artigianato per chiedere chiarimenti urgenti sulla sfuggente situazione che riguarda lo stato di avanzamento dei programmi POR-FESR 2014/2020 e FSE 2014/2020, ovvero gli strumenti attraverso i quali posso essere finanziate iniziative e progetti di sviluppo sul territorio regionale.
I POR, infatti, vengono co-finanziati attraverso i Fondi strutturali dell'Unione Europea e, a differenza dei programmi gestiti direttamente dalla Commissione Europea, questi fondi sono amministrati a livello regionale.
Esistono due Fondi strutturali principali: il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che finanzia la realizzazione di infrastrutture e investimenti produttivi generatori di occupazione a favore in particolare delle imprese. Attraverso il FESR l'Unione europea persegue la propria “politica regionale”, per raggiungere l’obiettivo fondamentale della coesione economica.
Il secondo strumento è il Fondo sociale europeo (FSE) che agevola l'inserimento professionale dei disoccupati e delle categorie sociali meno favorite finanziando in particolare azioni di formazione.
LA DENUNCIA DI CASARTIGIANI – CLAAI - CNA – CONFARTIGIANATO – CONFCOMMERCIO – CONFESERCENTI
“C’è una situazione di scarsa conoscenza, sia sul livello di progettazione, che sulla gestione di entrambi i programmi”, si legge nella lettera inviata al governatore. Per il Segretario Regionale CLAAI Abruzzo Federico Del Grosso l'immobilismo della Regione Abruzzo è esasperantela: la Regione non ha attuato alcun intervento utile alle imprese abruzzesi".
“Ci troviamo a metà programmazione FSE 2014/2020 e, come parti sociali componenti della Commissione Tripartita, siamo ancora all’oscuro sui reali contenuti della programmazione operativa POR-FESR e FSE Abruzzo 2014/2020 e sulle linee guida della programmazione operativa – riferisce il direttore di CNA Abruzzo Graziano Di Costanzo”.
I rappresentanti delle 6 associazioni sostengono che “aldilà delle indicazioni di massima contenute nel Comitato di Pilotaggio del 15 febbraio scorso, ad oggi non si ha notizia dell’approvazione della consueta delibera di Giunta avente ad oggetto uno o più anni di programmazione del FSE in questione”.
Le associazioni affermano inoltre che gli impegni presi dalla Regione in merito alle politiche attive del lavoro sono stati più volte disattesi: “in più occasioni – si legge nella lettera- sono stati annunciati strumenti di sostegno alle imprese ed alle loro iniziative occupazionali, impegni per lo più disattesi o, nel migliore dei casi, non rispettosi delle tempistiche contenute negli avvisi stessi, procurando disagi alle stesse imprese”.
QUALE IL RISCHIO?
“Il rischio è che i fondi possano tornare indietro– risponde Di Costanzo- . La data del 31 dicembre 2017 è il termine ultimo di ammissibilità della spesa rendicontabile alla Commissione per il periodo 2014-2020”.
La spesa certificata all’UE in pratica corrisponde alle richieste di rimborso delle spese sostenute che vengono presentate alla Commissione Europea dalle Amministrazioni titolari dei Programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali. Tali richieste, per ogni annualità contabile delle risorse impegnate sul bilancio comunitario per ciascun Fondo (FSE, FESR) e Programma Operativo, sono da presentare entro un determinato periodo di tempo, specificamente stabilito per ciascun periodo di programmazione. Le risorse che non risultino certificate alla Commissione entro i termini prestabiliti, quindi, sono soggette a disimpegno automatico, cioè alla riduzione del finanziamento comunitario e del corrispondente cofinanziamento nazionale del Programma.
Per il ciclo 2014-2020 vale la cosiddetta regola “n+3” (art. 136 del Regolamento CE 1303/2013), pertanto le certificazioni alla Commissione devono essere presentate entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello dell’impegno nell’ambito del Programma e non sono previste deroghe per i Grandi Progetti.
“Noi abbiamo 230 milioni di Fondi Fesr per un totale , escludendo l’agricoltura, di 340 milioni di euro – continua il rappresentante della CNA Abruzzo-. Siamo giunti alla fine del 2017 e in 4 anni non risulta che la Regione abbia affrontato la spesa che invece riferisce di aver sostenuto. A noi sta a cuore l’impegno dei Fondi Comunitari e vogliamo assolutamente scongiurare qualsiasi rischio di disimpegno – rimarca Di Costanzo.
Intanto arrivano i primi segnali di riposta da parte della Regione. Il direttore generale Vincenzo Rivera, infatti, in una nota rivolta alle associazioni, fissa un incontro per il prossimo 15 dicembre e nella stessa rassicura gli esponenti dell’Artigianato e del Commercio elencando gli interventi attivati e quali da attivare entro il 31 dicembre.
“ Intanto abbiamo ottenuto subito una riunione con i vertici ed è già un primo passo – afferma Di Costanzo. Siamo fiduciosi, staremo a vedere cosa ci diranno”.
Il nodo cruciale che riguarda più da vicino Confesercenti- sostiene il numero uno dell’associazione Lido Legnini- si ha sul fronte delle politiche per l’accesso al credito in ambito POR FESR 2014/2020: “non si evincono ancora atti concreti che possano incidere significativamente sul miglioramento delle capacità di accesso al credito, soprattutto delle micro e piccole imprese che rappresentiamo, le quali da sempre hanno maggiori difficoltà nel rapporto con il sistema bancario”.
“Non dobbiamo dimenticare – aggiunge Legnini- lo stato di difficoltà del settore della formazione professionale, poiché l’assenza di indirizzi di programmazione, unita alla scarsa produzione di nuove qualifiche professionali da inserire nel catalogo regionale, ha generato una situazione di vero e proprio stallo nel settore formativo”.
“Staremo a vedere quali saranno i risultati dell’incontro – conclude il direttore di Confesercenti Abruzzo. La Regione dovrà spiegarci in modo dettagliato per ogni singolo asse, lo stato di tutta la programmazione comunitaria, in relazione alla dotazione iniziale, fondi impegnati e rischio disimpegno al 31/12/2017”.
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