Pd, Renzi: da mesi provano a mettermi da parte, ma non ci riusciranno


Rosato rilancia la proposta di un'alleanza ampia e sostiene che uno dei nomi spendibili per Palazzo Chigi è quello di Gentiloni


di Ester Cartolaro
Categoria: Transatlantico
07/11/2017 alle ore 16:04



Roma. “Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta". Le parole di Matteo Renzi, all’indomani dei risultati elettorali in Sicilia, sembrano rivolte non solo a Silvio Berlusconi e Beppe Grillo ma anche alla sua stessa parte politica. Se fino a ieri, infatti, la sua leadership era messa in discussione solo dalla minoranza dem, oggi si aprono le prime crepe nella maggioranza. L’allarme per il segretario del Pd scatta subito dopo le parole di Ettore Rosato. Il capogruppo democratico alla Camera non nasconde che in vista delle politiche c’è bisogno di “un'alleanza più ampia possibile, con un programma concordato” e che quello di Paolo Gentiloni è uno dei nomi “spendibili” per Palazzo Chigi.

Parole che poi però vengono in parte riviste: “nel nostro partito – precisa Rosato - ci sono per fortuna più personalità capaci di assumersi grandi responsabilità. Gentiloni è sicuramente una di queste, lo dimostra con il suo lavoro. Il candidato del Pd però resta Renzi, legittimato dalle primarie". Anche il senatore Andrea Marcucci si preoccupa di spiegare meglio questo concetto. “Non esiste una problema legato al candidato premier del centrosinistra – scrive su Facebook -. La legge elettorale non lo richiede. Renzi sarà il capofila della lista Pd, legittimato dal voto delle primarie, peraltro unico segretario di partito ad averle fatte. Esattamente come avviene con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Luigi Di Maio, candidati solo per le rispettive liste di partito. Il premier si vedrà dopo le elezioni, a seconda dei numeri che le diverse forze politiche potranno vantare. Ora è il tempo di costruire una coalizione di centrosinistra competitiva e di non perdersi in discussioni fantasiose".

Sulla necessità di fare presto un’alleanza di centrosinistra insiste pure il ministro della Cultura Dario Franceschini, il quale propone di scegliere la leadership con le primarie di coalizione, facendo presentare a ciascuna forza il proprio candidato. Secondo il governatore della Puglia Michele Emiliano, invece, “Renzi ha distrutto l'Ulivo e l'Ulivo va ricostruito rapidamente, aprendo un confronto politico nel merito con tutto il centrosinistra”. Poi, afferma, “un candidato premier lo troviamo, l'importante è che siamo d'accordo sul contenuto”. Ma il sottosegretario Davide Faraone fa sapere che la leadership di Renzi non si tocca. “E’ stata messa in campo non da me, non dal ceto politico o dai notabili, ma dalle elezioni primarie – osserva - e questa leadership è di Renzi, il quale in maniera generosa ha detto dal primo giorno che non metterà mai se stesso davanti alla costruzione di una coalizione ampia. Ma noi ci proponiamo, dentro questa coalizione ampia, con una leadership autorevole che c'è ed è quella di Matteo Renzi. Una cosa non è accettabile - conclude -: il veto nei confronti di un leader scelto da milioni di cittadini e che, tra l'altro, in tutti i sondaggi è stato enormemente il perno del centrosinistra. Sinceramente ora accettare ricatti da partiti infinitamente pù piccoli mi sembra eccessivo".

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