Il Rosatellum bis è legge. L'Aula del Senato ha approvato con 214 sì, 61 no e 2 astenuti il testo della nuova legge elettorale che ora dovrà essere firmata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Hanno votato a favore Pd, Ap, Ala, FI, Lega, Gal, Autonomie e alcuni senatori del gruppo Misto. Contro si sono espressi M5s, Mdp, FdI, Si. Nel Pd, non hanno votato, in segno di dissenso, Vannino Chiti, Massimo Mucchetti, Claudio Micheloni, Walter Tocci e Luigi Manconi. Ma oggi è stato anche il Verdini-day. Il senatore di Ala ha preso la parola rivendicando al suo gruppo il ruolo di stampella del governo. "Qualcuno parla di una nuova maggioranza. Non è vero, perché noi c'eravamo, ci siamo e ci resteremo sino alla fine - ha affermato -. Il Rosatellum 2.0 è una buona legge elettorale, non un colpo di mano o di Stato". E poi ha aggiunto: "dicono che la legge sia figlia mia. Al massimo nipote, perché l'idea è un compromesso. Sui collegi all'estero ho sentito tante falsità. Io non so se mi candido, ma se lo farò accadrà in Italia". La legge, che prende il nome dal capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato, è stata approvata in soli 35 giorni. Il governo ha posto 8 questioni di fiducia per evitare che le votazioni a scrutinio segreto sui singoli emendamenti potessero far naufragare tutto, come era già avvenuto a giugno con il primo Rosatellum. Le prime tre fiducie sono state votate a Montecitorio, le altre cinque ieri al Senato. Il testo è un misto di proporzionale e maggioritario. Alla Camera ci saranno 232 collegi uninominali, con un solo candidato. Gli altri 386 seggi saranno assegnati con metodo proporzionale e 12 invece nelle circoscrizioni estere. Al Senato, dove il sistema è identico, i collegi uninominali saranno 102 e quelli proporzionali 207. I seggi degli eletti all’estero invece saranno 6. Non sarà possibile il voto disgiunto. Ogni persona potrà esprimere un solo voto, che andrà al candidato del collegio e alla lista che lo appoggia per la quota proporzionale. Per eleggere dei parlamentari i partiti dovranno ottenere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale. Le coalizioni, invece, dovranno raggiungere il 10 per cento dei voti su base nazionale. Previste anche le pluricandidature: i candidati potranno presentarsi in diversi collegi, ma solo nella quota proporzionale. Ogni persona, quindi, potrà presentarsi in cinque collegi proporzionali differenti.
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