Il Veneto chiede il riconoscimento di Regione a Statuto speciale. Il governatore Luca Zaia, il giorno dopo la schiacciante vittoria dei sì al referendum sulle autonomie, comincia a mettere nero su bianco le proposte da presentare al governo. E l'esecutivo, preso atto del risultato, si dice pronto a trattare. In Veneto i sì hanno raggiunto il 98,1 per cento con l'affluenza al 57,3 per cento. In Lombardia, dove ha votato il 38,25 per cento degli aventi diritto (oltre tre milioni di persone), si è espresso a favore il 95,29 per cento dei votanti ma i dati sono arrivati solo oggi a causa di alcuni problemi tecnici legati al voto elettronico. Intanto Zaia accelera i tempi e già oggi ha convocato la giunta in sessione straordinaria per approvare le tre delibere fondamentali per arrivare a trattare con il governo. La prima è un disegno di legge che dovrà ssere approvato dal Consiglio regionale e definisce concretamente il modo in cui le 20 competenze concorrenti previste dall’articolo 117 della Costituzione e le tre competenze esclusive statali del 116 dovranno essere trasferite alla Regione. La seconda prevede l’istituzione della Consulta del Veneto per l’autonomia e la terza è una proposta di legge statale di iniziativa regionale nella quale si chiede appunto che il Veneto venga inserito nelle Regioni a Statuto speciale. La risposta del governo è affidata al sottosegretario per gli Affari regionali Gianclaudio Bressa, che ha spiegato: "L'esito del referendum in Lombardia e Veneto conferma l'importante richiesta di maggiore autonomia per le rispettive Regioni. Il governo, come ha sempre dichiarato anche prima del voto, è pronto ad avviare una trattativa". Più critico, invece, il sottosegretario all'Economia e alle Finanze Pier Paolo Baretta: "È un risultato atteso - ha affermato - nessuno pensava che questo referendum fallisse. Il dato dell'affluenza è netto perché supera chiaramente la soglia del 51 per cento e si attesta attorno al 60 per cento. Nessuno sottovaluti però il fatto che una parte importante, il 40 per cento dei Veneti, non ha aderito. E sono Veneti anche loro! Il Referendum, si sa, ha valore consultivo e il Governo aveva proposto ben prima del Referendum di avviare il negoziato. È bene che esso si avvi al più presto, anche per rispetto del voto odierno". Nel frattempo Zaia tira dritto per la sua strada. "Vogliamo che i nove decimi delle tasse restino nella nostra regione - ha avvertito -. Questo è il big bang delle riforme, è una vittoria dei veneti e dei nuovi veneti". Sulla stessa linea Roberto Maroni, che su Twitter ha anche mandato "un grazie speciale a Silvio Berlusconi per il suo sostegno". E l'ex premier e leader di Forza Italia non ha mancato di esprimere la sua soddisfazione per l'esito del referendum. "La partecipazione è stata positiva, considerando il carattere consultivo della votazione - ha commentato -. Era giusto consentire ai cittadini di esprimersi, ed ora è necessario che da questo voto nasca un processo di riforma federalista, che avvicini le scelte di governo alla gente. Non è un risultato che va contro l'unità nazionale, che per noi è sacra, né contro le altre regioni: sono convinto al contrario che se Lombardia e Veneto potranno crescere più velocemente, tutto il paese ne guadagnerà", ha concluso.
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